Nell’ottobre del 2020 l'Agenzia Italiana del Farmaco, con la determina n. 998, aveva abolito anche per le minorenni l'obbligo di ricetta per poter avere dalle farmacia la pillola EllaOne (detta “pillola dei 5 giorni dopo).
Si tratta, infatti, di un farmaco che può essere assunto entro 5 giorni da un rapporto sessuale, funzionando così come contraccettivo ma che ha anche, secondo alcuni recenti studi, la possibilità di agire come vero e proprio farmaco abortivo nel caso il concepimento fosse già avvenuto.
Ora il Consiglio di Stato ha confermato una passata sentenza del Tar, che aveva a sua volta respinto il ricorso presentato dal mondo pro life. Sono dunque state respinte, anche in appello, tutte le motivazioni del ricorso, sottolineando che, a proposito dell’EllaOne, si tratterebbe di un farmaco contraccettivo e non abortivo: questo eliminerebbe la necessità della prescrizione medica, anche se a richiedere il farmaco sono ragazze minorenni. Proprio alla necessità della prescrizione medica si erano, invece, appellate le associazioni che avevano fatto ricorso, sostenendo che col venir meno della prescrizione sarebbe venuto meno anche il consenso informato, nei confronti delle pazienti, con il pericolo di somministrare una pillola così importante (e con gravi effetti collaterali) come fosse una normale aspirina.
EllaOne, infatti, viene distribuita come normale farmaco da banco, senza tenere in debita considerazione l’allarme lanciato dall’Agenzia europea dei Medicinali e dalla letteratura scientifica sui rischi di danni al fegato ed altri effetti collaterali come vomito, diarrea, stanchezza, sanguinamento vaginale, mal di schiena, tensione mammaria, mal di testa e vertigini.
Per quanto riguarda il ricorso del mondo pro life, lo ricordiamo, molte sigle erano scese in campo per salvaguardare la salute delle donne e delle adolescenti e della vita nascente, tra le quali anche noi di Pro Vita & Famiglia, ma anche il Centro Studi Rosario Livatino, la Comunità Papa Giovanni Xxiii, l’Associazione Medici Cattolici Italiani, l’Osservatorio Parlamentare Vera Lex, l’ Associazione Family Day-Difendiamo i Nostri Figli, l’Osservatorio Bioetico Siena e l’Associazione Giuristi per la Vita. Ricorso, però che era stato poi, appunto, respinto dal Tar del Lazio il 4 giugno del 2021.