Il Ministero dell'istruzione francese ha respinto le richieste della sinistra parlamentare di “femminilizzare” radicalmente la lingua francese nelle scuole, una proposta che avrebbe creato una società più inclusiva di genere (secondo i suoi sostenitori).
La sinistra in Francia ha preso di mira le strutture grammaticali della lingua stessa, con molti insegnanti che aggiungono la "e" femminile alla fine di parole che normalmente non l'avrebbero. Gli attivisti affermano che femminilizzando le parole stanno rendendo le donne più “visibili”. Il canale televisivo ‘France24’ ha spiegato i cambiamenti grammaticali proposti dalla sinistra, in questo modo: “Prendiamo ad esempio la parola francese generica leader ("dirigenti"). Per alcuni, quell'ortografia maschile suggerisce che sono generalmente uomini e rende le donne leader invisibili, perché manca una "e" femminile verso la fine. Per i sostenitori della scrittura inclusiva, un'ortografia più uguale al genere inserisce la "e" aggiuntiva, preceduta da un punto centrale, per chiarire che i leader possono essere di entrambi i sessi”. Uno dei tanti esempi di follia.
Bene dunque ha fatto il Ministero dell'Istruzione nel respingere questi cambiamenti, vietando l'uso della lingua modificata nelle scuole e sostenendo che rappresenterebbe una minaccia per la lingua di Molière e di Balzac e in effetti per la società francese nel suo insieme. Intervenendo giovedì davanti a un'audizione al Senato sulla questione, la Vice ministro dell'Istruzione Nathalie Elimas ha affermato che l'introduzione dell'ideologia di sinistra nella struttura della lingua "è un pericolo per il nostro paese" e potrebbe in definitiva "suonare la campana a morto per l'uso del francese nel mondo". Inoltre le modifiche proposte renderebbero l'apprendimento più difficile, in particolare per le persone con difficoltà di apprendimento.
Una difesa della lingua e della grammatica a metà, infatti il Ministero ha comunque accettato che alcuni titoli professionali ed onorifici posano cambiare, come "présidenta" invece di "presidente". Un cedimento, ma non una debacle totale. In Francia si parla ancora il francese, almeno per ora le follie LGBTI grammaticali sono illegali.