La Camera dei Rappresentanti della Repubblica Dominicana ha votato contro la depenalizzazione dell'aborto nell'approvazione in seconda lettura delle modifiche al Codice Penale, dopo una prima lettura avvenuta a maggio con 111 voti contro e 45 a favore.
Le modifiche al Codice Penale includono più di 200 cambiamenti per aggiornare la legislazione, con 126 voti a favore e 26 contrari. La maggioranza si è quindi allargata a conferma della profonda cultura della vita radicata nel Paese. L'iniziativa legislativa passerà ora al Senato, dove la maggioranza dei pro life dovrebbe esser ancor più forte. La proposta di legalizzare l'aborto nel Codice Penale modificato avrebbe permesso l'aborto in tre circostanze: quando la vita della donna è in pericolo, quando al feto viene diagnosticata una condizione che porterà alla morte alla nascita e quando la gravidanza è il risultato di uno stupro o incesto.
Amnesty International, che si dovrebbe battere per tutelare la vita umana, ha denunciato invece il voto pro life e dichiarato che “con questo voto, la maggioranza dei deputati della Repubblica Dominicana ha dimostrato che la vita e la salute delle donne e delle ragazze del paese non fanno parte delle loro priorità legislative".
Uno studio della Duke University ha scoperto che le donne che hanno abortito a causa di una diagnosi prenatale per "incompatibilità con la vita", come è stata assurdamente definita, hanno riportato "significativamente più disperazione e depressione delle donne che hanno continuato la gravidanza". Lo studio ha anche detto che c'è un "beneficio psicologico" per le donne che portano a termine la gravidanza. Le previsioni al Senato, fortunatamente, sono rosee per la tutela della vita umana fin dal concepimento, anche perché tutte le chiese cristiane del paese sono da tempo impegnate a tutti i livelli per contrastare la legalizzazione dell’aborto, nonostante il Governo appoggi l’aborto.