Dopo la decisione della Turchia di uscire dalla Convenzione di Istanbul, i leader di tutte le denominazioni cristiane della Lituania nei giorni scorsi hanno rilasciato una dichiarazione congiunta, opponendosi alla ratifica della Convenzione di Istanbul.
"Recentemente, diverse iniziative legislative sono state presentate in Parlamento e cercano di negare la natura umana, mettendo in pericolo il bene comune della società”, si dice nella dichiarazione, tra esse "le proposte di ratificare la cosiddetta Convenzione di Istanbul e di legalizzare le unioni omosessuali sono particolarmente preoccupanti".
La dichiarazione è stata firmata dall'arcivescovo Gintaras Grušas, presidente della Conferenza episcopale lituana, dall'arcivescovo Innokenty, capo della Chiesa ortodossa russa in Lituania, da padre Grigorij Bojarov, capo della Chiesa dei Vecchi Credenti di Lituania, dal vescovo Mindaugas Sabutis, capo della Chiesa evangelica luterana di Lituania, dal rev. Raimondas Stankevičius, sovrintendente generale della Chiesa Evangelica Riformata di Lituania, e dal monaco basiliano padre Mykolai Kozelkivskyy.
La convenzione del Consiglio d'Europa del 2011 sulla lotta alla violenza domestica e contro le donne, meglio conosciuta come Convenzione di Istanbul, era stata firmata dalla Lituania, ma non ancora ratificata dal suo Parlamento. Tra i vari “punti dubbi” della Convenzione, ci sono alcuni paragrafi in cui si parla esplicitamente di “gender” e generi diversi dai sessi biologici.
I partiti liberali nel parlamento lituano stanno anche proponendo una legge sull'unione civile neutra dal punto di vista del genere, di fatto aprendo al riconoscimento delle relazioni omosessuali nel paese. I leader cristiani del paese affermano che "le comunità cristiane invitano tutti a riconoscere l'immagine del Creatore in ogni essere umano, a rispettare i diritti umani inerenti e a fare tutto il possibile per garantire che la dignità umana non sia oscurata dalla violenza", dunque un chiaro no alle violenze e alle discriminazioni, ma anche un chiarissimo no ad una Convenzione che apre all’ideologia gender e vieta ogni discriminazione legale nei confronti delle coppie Lgbt. I leader delle comunità religiose hanno detto di essere "particolarmente preoccupati per l'articolo 14 della Convenzione che obbliga i paesi firmatari a includere materiale didattico su ‘ruoli di genere non stereotipati’ nell'educazione formale e per queste ragioni” non sostengono e non appoggiano “la ratifica della Convenzione di Istanbul e la trasformazione delle suddette disposizioni in norme giuridiche vincolanti per lo stato e la società lituana”.
Il parlamento dovrebbe discutere la ratifica della Convenzione di Istanbul nella prossima sessione di primavera. Attualmente, le leggi lituane non riconoscono né le unioni civili di sesso opposto né quelle dello stesso sesso. Diversi tentativi precedenti da parte di politici liberali di legiferare sulle unioni civili sono falliti prima ancora di raggiungere il voto in plenaria. Ad inizio del mese era stato il famoso sacerdote cattolico Algirdas Toliatas a polemizzare duramente con quei politici e partiti che volevano introdurre la Convenzione di Istanbul.