Un paradosso se solo pensiamo cosa siano le università, luoghi di ricerca della verità e dell'indagine culturale e scientifica, ma tant'è. Nel Regno Unito, infatti, è dovuto intervenire il Governo per tutelare la libertà e lo scopo fondamentale delle Università, cosa che non venne affatto promossa in Italia quando, solo per fare un esempio, a Papa Benedetto XVI fu impedito di inaugurare l'Anno Accademico della Università 'La Sapienza' di Roma.
Il 'Russell Group', che rappresenta 24 tra le migliori università del Regno Unito, ha promesso di difendere la libertà di parola e ha detto che "la diversità di opinione è una parte fondamentale del dibattito". La decisione, arrivata nei giorni scorsi, è figlia della 'stretta' del governo sulle università che non promuovono attivamente, né difendono la libertà di parola all'interno degli atenei.
A dicembre, proprio su questo tema, un certo numero di università del Russell Group sono state classificate tra le peggiori del Regno Unito per la limitazione della libertà di parola, tra esse anche Oxford e Cambridge .
In un rapporto del 'think tank' Civitas, Oxford, Cambridge, Imperial College London e University College London erano stati tutti elencati tra le istituzioni "più restrittive" per la libertà di parola” per studenti, ricercatori e professori universitari. Ora, grazie alla decisione del Governo inglese e alle pressioni di molte organizzazioni culturali e studentesche del paese, le università inglesi hanno dovuto agire e riaffermare l'ovvia vocazione naturale delle loro istituzioni: “la libertà accademica e la libertà di parola sono fondamentali lo scopo delle istituzioni accademiche, abbiamo la responsabilità di difendere e mantenere la libertà di espressione nel campus, sono importanti gli scambi intellettuali liberi e franchi e i diversi punti di vista degli individui sono tutti tollerati”.
L'amministratore delegato del Russell Group Tim Bradshaw ha detto: "La libertà di parola e la libertà accademica sono valori fondamentali per le nostre università che lavorano duramente per creare un ambiente in cui una vasta gamma di opinioni e idee può essere discussa in tutte le discipline. Il disaccordo è una parte fondamentale del dibattito ed è stata la chiave per far progredire la conoscenza e ottenere prospettive diverse su tutto, dall'etica e dalla storia alla genetica e alla fisica teorica. Le nostre università sosterranno sempre l'importanza della libertà di parola, sosterranno le protezioni legali già in atto e, se il governo ritiene necessario aumentare ulteriormente le protezioni, lavoreremo con loro per trovare soluzioni proporzionate”.
Questa dichiarazione sottolinea la determinazione a garantire che i campus rimangano luoghi in cui gli studenti e il personale siano esposti a una diversità di idee e punti di vista. “Speriamo - ha proseguito - che il governo lo riconosca e lavori con noi in modo che qualsiasi nuova misura rifletta il lavoro già fatto". Il politicamente corretto e la lotta cieca e furibonda della “cancel culture” avevano di fatto eliminato la diversità di opinioni, ricerca e la libertà di parola e pensiero in molte università del Regno Unito. Ora, appunto, il passo indietro, ma fa riflettere che questo ritorno alle origine stesse della Università e il riaffermarsi della libertà di parola, discussione, ricerca ed insegnamento sia dovuto alle minacce del Governo. Un gran brutto segno e un campanello di allarme per tutti, in ogni paese del mondo. Quando si instaura la “cancel culture”, infatti, lo scivolamento verso forme di privazione delle libertà fondamentali e della ricerca, pensiero e parola, sono dietro l'angolo.