Dal francese Le Monde allo spagnolo El Paìs, dall’inglese The Guardian allo statunitense New York Times; così come politici, presidenti e premier di tutta Europa e del resto del Mondo. In molti, moltissimi, hanno dispensato commenti al vetriolo sulla vittoria elettorale del centrodestra in Italia e in particolare di Giorgia Meloni.
Quello che, però, più di tutti balza agli occhi è la vera e propria volontà di ingerenza della Francia. Ebbene sì perché Elisabeth Borne, primo ministro francese e numero 2 di Emmanuel Macron. Ha dichiarato, a mo’ di minaccia al futuro governo di Giorgia Meloni: «Naturalmente saremo attenti, con la presidente della Commissione europea (Ursula von der Leyen ndr), che questi valori sui diritti umani e sul diritto d’aborto, siano rispettati da tutti».
Anzitutto è d’obbligo ribadire che, ovviamente, sia giuridicamente che moralmente, l’aborto non è mai un diritto umano. Né in Italia, né in Francia, né in Europa, né in America. Esso quindi non fa parte dei valori da proteggere, semmai dai disvalori da combattere.
Secondariamente dobbiamo notare come nessuno – tantomeno la stampa italiana - si sia indignato per quella che è una pesante ingerenza (a gamba tesa), non di un singolo politico straniero, ma della premier di un Paese in teoria amico dell’Italia. Ma se Orban disapprovasse le nozze gay promosse dal Pd, cosa direbbero gli alfieri del progressismo italico?
Aggiungiamo in conclusione che è davvero penoso che, in un contesto di crisi economica, sociale e perfino militare, si faccia appello alla Commissione europea per “attenzionare” l’Italia sull’inesistente diritto a sopprimere vite umane innocenti.