02/02/2014

Dalle guardie rosse della rivoluzione maoista alle guardie rosa della gender revolution

Si dice che se vivi abbastanza ne vedi delle belle. Il Presidente Mao diceva che se ti siedi sulla riva del fiume vedrai passare il cadavere del tuo nemico. Ho vissuto abbastanza da conoscere le guardie rosse della rivoluzione maoista, ma sono contento e sorpreso di aver fatto conoscenza con le guardie rosa delle gender-revolution. Esplicativamente: venerdì 31 gennaio si è tenuta nella sala della Protomoteca in Campidoglio una conferenza di un’associazione cattolica – Famiglia Domani  – sul gender (e tutto il pacchetto in offerta) e le sue ricadute sulla famiglia.

Arrivato puntuale, la prima cosa che mi sorprende è lo schieramento di polizia – il furgone, gli uomini in tenuta antisommossa – e poi, all’interno, poliziotti in borghese e quello che doveva essere un commissario che s’informa da un’addetta al banchetto dei libri se chi entra lo fa per invito. La ragazza risponde di no, che si tratta di una conferenza aperta al pubblico, io casualmente vicino dico che non è una riunione carbonara, e poi entro.

Dopo il quarto d’ora accademico, introduce un dotto domenicano che insegna a Bologna, padre Carboni, e fa un quadro della situazione senza alcun riferimento a interventi del Magistero. Durante l’intervento si sente maretta in fondo alla sala ma non ci faccio caso. Ma quando arriva un – buuuuuuuuuu! come i razzisti nelle curve degli stadi, devo voltarmi per forza e che vedo? Una fila di dieci-dodici maschi e femmine tutti col triangolo rosa sul petto – perché è noto che viviamo in un paese nazista – intenzionati quantomeno a interrompere la conferenza. Ci resto di sasso perché una guardia rosa gayarda non l’avevo mai vista.

Il pubblico è fin troppo educato e non li manda a stendere, i triangoli rosa continuano a interrompere sistematicamente nonostante le richieste di farla finita dei relatori, i vigili non scioperanti presenti e i poliziotti in borghese non invitano gentilmente – per quel che si capisce – le guardie rosa a farla finita. Parla una signora che dice tante cose buone e vere, ma quando arriva alla scuola di Francoforte e a Freud s’imbarca, come avviene regolarmente alla “destra” cattolica, che non si rende conto che il nemico irriducibile di tutto il gender e dintorni è esattamente Freud – avete presente il triangolo edipico, mamma papà e figlio/a – (pare che la “destra” cattolica non frequenti neanche molto Del Noce) ma questo è secondario: i militanti delle rivoluzione gaya continuano regolarmente col buuuuuuuuh! finché mentre parla un giurista della Cattolica col farfallino, se ne vanno com’erano venuti: senza ragione, perché si sa che la ragione è una straniera sconosciuta. A Roma, un venerdì pomeriggio molto piovoso.

Per quanto mi riguarda l’ipotesi è diventata una tesi: il nuovo totalitarismo ha un volto gay: chi l’avesse mai creduto!

Rodolfo Granafei

 

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