10/03/2022

Di cosa hanno paura in Campidoglio?

Ma di che hanno paura in Campidoglio? O, meglio, di chi? Possibile che un manifesto inneggiante alla vita nascente, con una bellissima foto di un bambina che nel grembio materno si succhia il ditino, venga ritenuta inopportuna, offensiva, blasfema al punto da farla oscurare? Sono giorni, questi, pieni di dolore, di amarezza, di sensi di colpa. Di dolore per i fratelli e le sorelle che stanno pagando un prezzo altissimo per le follie di una guerra stupida e assassina. Di amarezza per non poter dar seguito alle spinte che sentiamo dentro, di correre, fare presto, mettere in salvo vite umane.

Come imbambolati passiamo da un giornale all’altro, da un programma televisivo all’altro, sempre connessi nella speranza di una buona notizia. Di sensi di colpa per tutto quello che si sarebbe potuto fare prima, e, per un motivo o un altro, non si è fatto. La strage in corso in Ucraina ci riguarda da vicino e non solo perché accade alle porte di casa nostra. Ci riguarda da vicino perché in quel Paese stanno soffrendo e morendo uomini e donne come noi, con i nostri stessi sentimenti, la stessa sete di libertà, la nostra stessa dignità.

La guerra ci fa orrore. Siamo sconvolti; forse non è conveniente dirlo e scriverlo, ma è la verità. E ci rimbombano nella mente le parole di papa Francesco nell’enciclica “Laudato si”: « Non possiamo ignorare che l’energia nucleare, la biotecnologia, l’informatica, la conoscenza del nostro stesso DNA e altre potenzialità che abbiamo acquisito ci offrono un tremendo potere. Mai l’umanità ha avuto tanto potere su sé stessa e niente garantisce che lo utilizzerà bene, soprattutto se si considera il modo in cui se ne sta servendo. Basta ricordare le bombe atomiche lanciate in pieno XX secolo, come il grande spiegamento di tecnologia ostentato dal nazismo, dal comunismo e da altri regimi totalitari al servizio dello sterminio di milioni di persone, senza dimenticare che oggi la guerra dispone di strumenti sempre più micidiali. In quali mani sta e in quali può giungere tanto potere? È terribilmente rischioso che esso risieda in una piccola parte dell’umanità».

Profeta, come sempre. La guerra non esiste, esistono gli uomini che si fanno e fanno le guerre. Gli stessi uomini capaci di accogliersi, stringersi la mano, volersi bene e lavorare insieme per il bene di tutti. Lavorare, impegnarsi insieme. Insieme cercare la strada migliore per eliminare, o, almeno, ridimensionare, il male, renderlo meno cattivo e oppressivo. Papa Francesco ha voluto che la Chiesa cattolica, sparsa sulla terra, in questi mesi, si raccolga nelle parrocchie, nelle diocesi e tutti, consacrati, laici, lontani, credenti e non credenti, possano esprimersi, dare il proprio contributo perché il Vangelo della vita continui a parlare agli uomini e alle donne del nostro tempo.

Tutti hanno il diritto di esprimere il loro parere. A nessuno mai deve essere messo il bavaglio. Il credente sa che lo Spirito Santo è libero di servirsi di chiunque per far sentire la sua voce. Ascoltare, essere attenti all’altro, a ciò che dice, considerarlo persona, sempre, soprattutto quando combatte una battaglia non per sterminare vite ma a favore della vita. L’articolo 21 della nostra Costituzione recita: « Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione.

La stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure. Si può precedere a sequestro soltanto per atto motivato dell’autorità giudiziaria nel caso di delitti, per i quali la legge sulla stampa espressamente lo autorizzi, o nel caso di violazioni delle norme che la legge stessa prescriva per l’indacazione dei responsabili». La tentazione di mostrare i muscoli è sempre dietro l’angolo ma non conviene cedervi. Per accogliere, però, e rispettare i diversi sguardi sulla vita nascente, occorre essere umili, mansueti, intelligenti, democraticamente civili. E conservare, sempre e comunque, la pietà verso chi sceglie di abortire e coloro che saranno eliminati.

Le scorciatoie, a prima vista comode, non sempre sono opportune. Continuiamo a scandalizzarci per i bambini straziati in questa e in tutte le guerre, per i bambini fatti oggetto di commercio e di pedofilia, per i bambini che muoiono di fame sotto i nostri occhi, non per una foto, più bella della primavera, di uno stupendo germoglio di vita umana che si prepara a nascere.

di don Maurizio Patriciello

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