«Una beneficenza che uccide». È così che avevamo definito il piano di aiuti umanitari dell’ONU, con la sua politica di diffusione di aborto e contraccezione in cambio di beneficenza ai Paesi poveri. E avevamo anche evidenziato i nessi tra l’UNFPA, il Fondo delle Nazioni Unite per la Popolazione, e la politica cinese di controllo delle nascite che, con aborti e sterilizzazioni forzate, sta mietendo numerosissime vittime tra i non nati e sta ferendo la dignità di tante donne.
Ma non finisce qui. Secondo quanto riporta The Free Thought Project, un ex funzionario di alto livello dell’ONU avrebbe, infatti, smascherato «una rete di pedofilia di proporzioni massicce che coinvolge migliaia di dipendenti delle Nazioni Unite».
Si tratta di Andrew Macleod, ex insider dell’ONU, che ha realizzato, a tal proposito, un dossier contenente dati numerici altamente raccapriccianti, che mostrano la portata pericolosamente grande di questo fenomeno accuratamente nascosto dai media, i quali non sembra proprio che si stiano impegnando a divulgare la notizia “a più non posso”.
«I dipendenti delle Nazioni Unite hanno effettuato oltre 60 mila stupri nell’ultimo decennio. Inoltre, il dossier stima che l’organizzazione dà impiego attualmente ad almeno 3.300 pedofili. In soli dieci anni, con la scusa di fornire aiuti, le Nazioni Unite hanno letteralmente stuprato e saccheggiato paesi in tutto il mondo», spiega l’articolo.
L’ONU avrebbe addirittura ammesso che il vero numero di dipendenti denunciati per questo motivo sarebbe il doppio e secondo Macleod «solo uno su 10 di tutti gli stupri e le aggressioni da parte del personale delle Nazioni Unite» sarebbe stato segnalato, «come anche nel Regno Unito il tasso di segnalazione è solo del 14 per cento».
Insomma, l’ONU che pare voglia dare lezioni di pensiero unico a tutti gli Stati (compreso il nostro) che non si sono adeguati a piegare la testa di fronte all’ideologia gender ed a tutti i suoi nefandi effetti sui bambini e la società, è la stessa che avrebbe compiuto atti di pedofilia in tutto il mondo. E questo dice molto sulla condotta di chi ci fa la morale attribuendoci appellativi come “omofobi”, “retrogradi” o “sessisti”.
Luca Scalise