“A partire da oggi (25/10/13) la normativa UE in vigore sancisce il diritto dei cittadini di recarsi in un altro paese UE per sottoporsi a trattamenti sanitari e di ottenere un rimborso. Entro oggi tutti i paesi dell’UE devono aver recepito nella normativa nazionale la direttiva sui diritti dei pazienti relativi all’assistenza sanitaria transfrontaliera, adottata 30 mesi fa. (…) La Commissione monitorerà con attenzione il recepimento, fornirà assistenza e adotterà, se necessario, misure idonee”.
Queste parole fanno parte della dichiarazione del Commissario Ue per la Salute, Tonio Borg, che meno di un mese fa ha ricordato questa importante scadenza. Il Governo italiano sta ancora completando l’iter di recepimento, che si concluderà all’inizio di dicembre con un Decreto Legislativo. Il testo della Direttiva 2011/24/UE suscita però alcune perplessità sulle CONSEGUENZE ETICHE che questa potrà avere sul nostro Paese. Per questo chiediamo che il Governo Italiano chiarisca in Parlamento i passaggi più controversi sotto riportati: il linguaggio utilizzato non è sempre netto, lasciando di fatto la porta aperta a più di una interpretazione, e talvolta tradisce una certa volontà di andare oltre le reali intenzioni inscritte in questo documento.
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