C’è chi dice che la civiltà di un Paese si vede da come sono tenuti alcuni luoghi pubblici e in particolare da quanto si fa per anziani e bambini, ma anche per i più fragili come disabili e portatori di handicap.
L’Adnkronos si è fatta eco di un comunicato dei consiglieri capitolini di Fratelli d’Italia su una situazione a dir poco ingiusta e spiacevole, la quale rischia di manifestarsi in tutta la sua gravità il prossimo 15 settembre, con l’inizio della scuola nella regione Lazio.
Tutto nasce ad aprile con una delibera, approvata dal Comune di Roma, che avrebbe come conseguenza quella di discriminare i disabili che frequentano le scuole paritarie, che siano cattoliche o meno, poiché non dovrebbero fruire di pari diritti e uguali sostegni rispetto agli studenti, con le stesse difficoltà, iscritti alla scuola pubblica.
E questo, secondo il comunicato di Fratelli d’Italia, per non aver voluto includere le scuole paritarie «nel nuovo regolamento» approvato in Comune.
Il dirigente del Lazio della Aninsei, l’associazione che raccoglie centinaia di scuole e istituti “non statali” nella Regione, aveva protestato subito, parlando di «discriminazione enorme che pesa su alunni e famiglie prima di tutto». E perfino di «scelta ideologica», perché, effettivamente, secondo certe forze politiche la scuola paritaria o “privata” significa ancora e sempre scuola di ricchi, i quali quindi non avrebbero bisogno di speciale assistenza ed aiuti.
Ma questo è un pregiudizio smentito tante volte dai sociologi e dagli stessi specialisti della scuola. La scelta della scuola non statale infatti è dettata da tanti motivi e a volte è una vera necessità per le famiglie, in ragione delle distanze, dei tempi, delle condizioni e degli spazi (limitati) della scuola pubblica. La scuola paritaria offre spesso delle possibilità che la scuola statale non offre: questo è il punto.
Goffredo Sepiacci, dirigente Aninsei Lazio, in un comunicato aveva ravvisato una «compressione» del «diritto allo studio dei disabili, le cui famiglie si vedono negare la libertà di scelta tra scuola statale e paritaria».
Ora il gruppo di Fratelli d’Italia al comune di Roma è pronto a dare battaglia, affinché ci sia una correzione di rotta e il regolamento precedentemente adottato sull’inclusione scolastica degli studenti con disabilità sia corretto. In modo che tutti gli studenti siano trattati secondo «l’equità del diritto all’assistenza», a prescindere dal tipo di scuola scelto dalle famiglie. La richiesta avanzata al sindaco Gualtieri è dunque quella di «intervenire con immediatezza», al fine di «ristabilire le giuste condizioni di assistenza» per tutti. Nessuno escluso.
Una situazione a dir poco scandalosa, dunque, ma che ci auguriamo faccia almeno “scuola” –è proprio il caso di dirlo – per il futuro e per l’intero territorio nazionale. Come Pro Vita & Famiglia, infatti – da sempre impegnati nel mondo della scuola (con la presenza nel Fonags e nel Forags) e nell’assistenza alle persone fragili con il progetto “Sos Disabili” - auspichiamo, infatti, che il prossimo Governo metta al centro delle sue priorità l’assistenza e il sostegno alle famiglie con persone disabili. Questo sarebbe un grandissimo segno di progresso, di solidarietà e di autentica civiltà.