E’ un paese relativamente piccolo, e ciò che avviene nella Repubblica Ceca di solito non ha grande risonanza all’estero.
In questo caso, tuttavia, il voto è di notevole importanza per l’intera Unione Europea. Con una maggioranza di 55 voti contro 3, il Senato ha adottato una risoluzione che critica duramente il governo di centro-sinistra del paese guidato dal socialdemocratico Bohuslav Sobotka per aver cambiato la sua posizione (in precedenza negativa) per quanto riguarda le proposte della Commissione europea per una ” direttiva anti-discriminazione” che prevede una sorta di “quota rosa” obbligatoria in determinate società di controllo e di revisione che vigilano sulla borsa valori.
E’ interessante notare come i rappresentanti del popolo facciano notare al Governo che non deve inchinarsi a ogni richiesta dell’UE, anzi che deve pretendere dalle istituzioni europee il rispetto del principio di sussidiarietà.
Ma è ancor più interessante la nota del Senato ceco che invita il Governo a considerare come la discriminazione oggi colpisca non tanto le donne, ma le madri: di gran lunga maggiore è la discriminazione sopportata dalle donne che desiderano la maternità, e che non sono per niente aiutate nel cambiare lavoro o nel ridurlo per poterlo conciliare con la vita familiare.
Il Senato ceco quindi invita la Commissione europea a concentrarsi sulla rimozione degli ostacoli che impediscono la piena partecipazione delle donne-madri nella società, sempre nel rispetto dell’autonomia dei paesi membri e del principio di sussidiarietà. Quindi, a livello nazionale, vanno potenziate le strutture per la custodia dei bambini in età prescolare; vanno ideate forme di lavoro flessibile o part time per genitori.
Redazione