Un recentissimo blitz della polizia ha portato alla scoperta di “canali” e “gruppi” finalizzati alla condivisione di foto e video pedopornografici ritraenti vere e proprie violenze sessuali su minori, in alcuni casi anche neonati. La Polizia Postale ha eseguito perquisizioni e arresti, in flagranza, in 53 Province e 18 Regioni italiane, dopo aver lavorato per diversi mesi sotto copertura su telegram e whatsapp, smantellando 16 associazioni criminali ed identificando oltre 140 gruppi pedopornografici. Sono 432 le persone coinvolte in tutto il mondo: 81 sono italiani. E’ stata definita “la più imponente operazione di Polizia degli ultimi anni” contro la pedopornografia online. Ne abbiamo parlato con chi, di per eccellenza è impegnato in questa battaglia: don Fortunato Di Noto, fondatore dell'Associazione Meter,
Don Fortunato, vogliamo commentare questa straordinaria notizia?
«Ci sono state altre operazioni importanti, in passato, però questa qui differisce per la questione legata a whatsapp e a telegram. Il fatto che la polizia postale italiana abbia monitorato e avuto la collaborazione da parte dei colossi che gestiscono telegram e whatsapp, questo apre una porta, anche perché sappiamo che l’uso della privacy su whatsapp è garantita, allora se c’è stata una apertura da questo punto di vista anche di collaborazione da queste aziende che gestiscono i colossi social, è una buona cosa. Io sono soddisfatto se questa è una porta che apre altre porte»
Lei stesso, qualche tempo fa, aveva denunciato un problema in più, che si aggiunge alla pedo-pornografia. Ovvero l’aumento di adescamenti e casi di pedofilia online nei giorni di quarantena. Crede che questa operazione possa essere considerato anche una specie di strumento di prevenzione?
«Noi da gennaio ad oggi abbiamo segnalato centinaia di chat di telegram e whatsapp, a noi piacerebbe che ad ogni segnalazione corrispondesse almeno un’apertura d’indagine perché la questione è che l’opera preventiva che occorre per salvare un bambino, non è mai negativa, anzi, al contrario, bisogna dire alla gente che bisogna segnalare. Certo non va bene la caccia alle streghe o l’allarmismo ma è gravissimo il problema della pedofilia e della pornografia. Bisogna tuttavia estendere questo a livello mondiale. La globalizzazione del fenomeno stesso impone un intervento globale, necessario. Per i colossi del web la smettano di dire che devono tutelare la privacy degli utenti».
A proposito della pedopornografia online, Lei ha parlato di bambini non sempre controllati. In questo senso lei ha usato una metafora eloquente nella conferenza stampa di qualche giorno fa, quella di “bambini orfani di genitori vivi”. C’è infatti una sorta di deprivazione affettiva e questo spiega perché i pedofili riescono a fare facilmente presa su tanti bambini?
«E’ uno delle principali cause: la deprivazione affettiva comporta un vuoto d’amore. Significa che i bambini cadono facilmente nelle trappole emotive: il mondo virtuale è il mondo reale. La possibilità di digitalizzare il corpo comporta che nel momento in cui ti svegli dalla narcosi dell’utilizzo dello smartphone, ti rendi conto che hai venduto la tua identità, il tuo corpo. I minori devono essere accompagnati e aiutati. Vale anche per gli adulti: se i genitori utilizzano malsanamente i mezzi di comunicazione, allora chi deve educare questi bambini?».
A maggio avete pubblicato l’annuale report su questo dramma, ci può dare un’idea sui dati, su ciò che è stato rivelato?
«Parto da un dato che è stato fornito durante la giornata mondiale dell’infanzia: sulla questione dei minori, c’è anche una parte di negazionisti (molti sostengono che si esageri troppo) ma quando lo danno organizzazioni di un certo livello, che hanno il tasto della situazione mondiale, bisogna riflettere. L’ONU ha dichiarato qualche hanno fa che ci sono 2 miliardi e mezzo di minori, su una popolazione di 7 miliardi e circa 1 miliardo e 300 milioni di minori abusati nel mondo. Io mi chiedo come si possa dormire sonni tranquilli. Mi chiedo cosa si possa ancora fare per evitare tutto questo? Il report non è uno studio statistico, è il concreto e operativo impegno a favore e a tutela dei bambini di Meter. Quindi quando ci sono scritte migliaia di segnalazioni in un anno, vuol dire che le abbiamo raccolte una ad una ed inviate alla polizia italiana, neozelandese, tedesca, francese ecc. capisci cosa voglio dire? Sono tutti numeri che corrispondono ad un reato: la presenza di materiale pedopornografico e tutti gli elementi necessari che devono servire alla polizia quando arriva la segnalazione, per aprire un’indagine. Ad ogni segnalazione corrispondono migliaia di video e migliaia di foto. Il report rappresenta il chiaro e impegnativo lavoro di Meter in Italia e nel mondo. In Italia abbiamo raccolto circa 65.000 segnalazioni: ora pensa se per ogni segnalazione avessero aperto un’indagine. Io non dico che avremmo abbattuto la pedofilia nel mondo dell’80 % ma avremmo potuto contribuire a frenare questo dramma».