Non usa mezzi termini don Maurizio Patriciello quando gli chiediamo un commento sulla pratica dell’utero in affitto. Una pratica basata su un business di compravendita di esseri umani e per questo lo stupore del sacerdote è tanto: «La pratica della maternità surrogata è un obbrobrio e mi meraviglia tanto come persone anche di una certa intelligenza non comprendano la portata negativa di una tale operazione». Prima di tutto la questione della schiavitù della donna e le conseguenze per il bambino: «Come non comprendere la gravità del fatto che la donna per questi motivi viene bistrattata e maltrattata. Voglio dire: vengono tolti i bambini a una mamma» sottolinea. Ma anche per il bambino le conseguenze, ovviamente, non possono che essere negative: «Immaginate cosa accade a quel piccolo che si vede tolto dalle braccia della madre. Voglio dire: tutti noi abbiamo avuto un padre e una madre, si chiamano genitori per questo motivo. Neanche i cani si trattano cosi come noi pretendiamo di trattare queste donne e questi bambini usati, divisi e senza radici: è un crimine contro l’umanità».
Il business ovviamente si poggia sul guadagno dei soldi. «C’è sempre il problema del denato dietro tutto questo, certo – aggiunge il sacerdote -. Ci sono persone che fanno affari su tutto. Pensiamo alla guerra: c’è chi come noi prega per cercare e invocare la pace e c’è chi invece, pensa al commercio di armi e ha tutto l’interesse affinché la guerra non si fermi».
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Soldi e menzogna: «Noi purtroppo viviamo costantemente circondati dalle menzogne. Chi potrà permettersi questo cosiddetto diritto dell’utero in affitto? I ricchi naturalmente che vanno a sfruttare una donna povera che vive in un paese povero. Non vedremo mai il contrario, capite? Si tratta nient’altro che di un commercio disumano ma mi stupisce come non tutti capiscono la portata di questa pratica e dei tempi in cui siamo arrivati».
Una piccola luce potrebbe essere quella di rendere la “gestazione per altri” reato universale in Italia, così come ipotizzato dal governo in queste settimane. La proposta è stata accolta favorevolmente da don Patriciello che parla addirittura di un segno di emancipazione sociale, laddove si intende, ovviamente, emancipazione da una società capitalista e progressista capace di mettere in vendita tutto, anche evidentemente i bambini: «Al di là delle leggi e di come andranno, tutto da decidere ancora, se fosse veramente approvato il reato universale l’umanità avrebbe dato segno di emancipazione. Ma attenzione: dovrebbe essere mondiale quest’idea per essere davvero giunti a un punto di svolta».
Di certo c’è molto da lavorare: «Finché non saremo capaci di dialogare non ci sarà nulla da fare. Il messaggio però in parte è già arrivato alle nuove generazioni. I ragazzi, spesso, già lo capiscono il male di oggi: sono consapevoli, non gli piace questo mondo. Purtroppo nella società poi subentra l’egoismo: è legittimo desiderare un figlio e quindi lo faccio come meglio credo, idem con l’aborto. E’ legittimo abortire, allora abortisco. Non va bene così. Non dobbiamo pensare solo ai fatti nostri. Non tutti hanno voce per parlare: vedi i bambini. Per questo, anche per loro, dobbiamo continuare a testimoniare».