Ci hanno fatto credere per decenni alla balla inventata da Lenin della fabbrica americana con le donne bruciate dentro.
Ci hanno fatto credere che la contraccezione, il divorzio e l’aborto servissero a renderci più libere ed emancipate: non ci hanno mai detto degli effetti collaterali, però. Anzi, se queste cose ci fanno stare male ci fanno sentire inadeguate, sbagliate, in colpa per i sensi di colpa....
E continuano a dirci che si possono prendere senza pericolo pillole che ammazzano i bambini che portiamo in grembo (ma se ammazzano i ragazzini, è sicuro che a noi ci fanno bene?)
Ci vogliono far credere che siamo emancipate se diamo via la nostra dignità a destra e a sinistra (perché se no siamo “inibite”).
Ci vogliono “liberare” dallo stereotipo della moglie devota e della madre affettuosa, salvo poi sbatterci mezze nude in TV, al cinema, sui giornali, come pezzi di carne in vendita a buon mercato.
Ci hanno spiegato che a non far figli siamo più realizzate, e poi pretendono che due maschi siano due papà.
Ora basta. Il femminismo è stata la filosofia più ... antifemminista della storia.
Rivendichiamo il diritto di liberarci da questa propaganda, da queste bugie. Rivendichiamo il diritto di essere libere di cercare e scegliere un uomo con cui metter su famiglia e invecchiare felicemente e da donne realizzate, “nella gioia e nel dolore, nella salute e nella malattia”, ma insieme, “finché morte non ci separi”.
Rivendichiamo il diritto di essere trattate da persone abbastanza intelligenti da decidere da sé cosa studiare, che mestiere fare, senza dover subire un corso di indottrinamento nella “prospettiva di genere”.
Rivendichiamo perfino il diritto che ci si riconosca che noi – se vogliamo – ammazziamo gli uomini tanto quanto – se non di più – loro ammazzano noi (in barba a tutte le bufale sui “femminicidi”).
Non siamo bestiole rare che hanno bisogno di essere festeggiate l’8 marzo. Non ci serve l’8 marzo per andare a mangiare la pizza con le amiche.
Il nostro augurio a tutte le donne che ci leggono oggi: liberiamoci dall’8 marzo!
Le Donne della Redazione
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