Un premio in sigarette se il cecchino centra la pancia della donna incinta. E’ questo l’ultimo orrore dell’infinita guerra in Siria. A raccontarlo un medico britannico, David Nott, rientrato dopo aver trascorso alcune settimane sul campo. In base al suo racconto, rilanciato dal quotidiano britannico Times, i tiratori farebbero parte delle milizie usate dal regime di Assad. Un’accusa non provata e sostenuta dalle voci raccolte tra la popolazione. Nott ha affermato di aver soccorso numerose donne vittime del fuoco dei cecchini.
Inizialmente avevano ferite nella parte alta del corpo, poi sono arrivate con proiettili che hanno trafitto i feti. Il medico ha parlato di due casi ed ha descritto la tattica dei cecchini come un gioco crudele e assassino: “E’ un atto deliberatori0. Dopo l’inferno c’è un altro inferno“. Come altre storie di guerra è difficile verificare se davvero si tratta di un modus operandi studiato ad hoc, così come accertare chi siano i responsabili. Serve molta cautela. Ma la guerra in Siria ha già mostrato il peggio. Quasi 150 mila vittime, milioni di profughi, l’uso di armi chimiche, stupri di massa e annientamento di interi villaggi. Ha iniziato il regime di Assad, convinto di poter schiacciare l’opposizione popolare, hanno risposto componenti della guerriglia. In particolare quelle vicine al movimento qaedista.
I video su Internet raccontano di esecuzioni sommarie, teste tagliete, torture. In alcune occasioni si è trattato di rappresaglie ed attacchi dei nemici, in altre di vera pulizia etnica per svuotare le località fedeli allo schieramento avversario. Guerriglia e terrore. Il 19 ottobre scorso, in un sobborgo a sud-est di Damasco, i ribelli hanno dato l’assalto ad una postazione-chiave tenuta da un reparto composto da volontari sciiti arrivati da Libano e Iraq. Molti i caduti in quello che potrebbe essere l’inizio di un’offensiva sulla capitale. Miliziani e insorti hanno impiegato, specie nei combattimenti all’interno della società, i cecchini. Famoso lo “sniper Mosca” protagonista di molti agguati contro i soldati nelle vie di Aleppo. Poi è apparsa una madre di famiglia entrata nella residenza che si è fatta fotografare appostata con un fucile di precisione. Più anonimi i tiratori lealisti, però altrettanto letali nel bersagliare i quartieri considerati ostili. Ben presto in molte strade sono stati stesi lenzuoli e tendoni per ostacolare la visuale ai cecchini. Duri scontri si sono accesi per conquistare gli edifici più alti.
Per i civili andare in cerca di cibo e acqua è diventato come essere al fronte. I killer silenziosi non hanno risparmiato nessuno. Una donna in movimento è diventata un target. Una donna incinta un doppio target. E se hanno fatto centro – ha sottolineato il medico britannico – sono stati ricompensati. Alcuni giorni fa, poi, il tiro accurato di un ribelle ha colto una preda importante: il generale Jema’a Jema’a, capo dell’ intelligence siriana nella regione orientale di Deir Al Zor. Un proiettile lo ha freddato. L’alto ufficiale si era fatto una fama “nera” per i supplizi inflitti agli oppositori catturati e il pugno di ferro imposto nella zona. Nulla di strano per un generale sospettato di aver avuto un ruolo nell’attentato nel quale perse la vita l’ex premier libanese Rafq Hariri, nel febbraio 2005.
di Guido Olimpo