Pronti a ritirare i figli e cambiare scuola: qualora nelle aule non venisse rispettato il diritto di libertà educativa della famiglia, soprattutto in materie sensibili quali l’educazione sessuale e la cultura gender, sono pronti a passare alle vie di fatto.
Duecento persone ieri a Treviso, così come riportato da Tribuna Treviso, hanno manifestato sotto il sole cocente di mezzogiorno per dire un secco “no” all’indottrinamento di genere nelle scuole. Stufi non solo di dover subire una concorrenza sleale da parte delle istituzioni scolastiche ma anche di non esser proprio messi minimamente a conoscenza dei percorsi pedagogici –o sedicenti tali- in cui i propri figli sono stati inseriti, questo gruppo di genitori, coordinati da associazioni quali il Movimento per la Vita, CAV, Manif Pour Tous, Agesc ed il Laboratorio Cristiano Sociale, hanno preso un impegno serio.
Al termine del corteo, che li ha visti sfilare dalla Chiesa dei Carmelitani sino al Duomo, tutti hanno sottoscritto una richiesta indirizzata al Comune di Treviso in cui si chiede non solo di impegnarsi affinché non siano introdotti contenuti pesantemente alternativi alla famiglia tradizionale ma, in ogni caso, di rendere note le strutture scolastiche in cui –durante le ore di eduzione sessuale od in qualsivoglia momento- tali temi vengono presentati agli alunni.
Motivo? Semplice: in quelle scuole non manderanno i loro figli. Alle famiglie deve essere riconosciuto quantomeno il diritto di poter scegliere.
Redazione