«Tutti i figli nascono da un padre e da una madre, ma questa verità scientifica e incontrovertibile sembra non valere per il Tribunale per i minorenni dell’Aquila che ha disposto per una bambina nata con procreazione assistita e cresciuta con due donne la possibilità di avere il cognome dell’altra persona diversa dalla madre biologica. Una sentenza ideologica, contraria alla giurisprudenza per stessa, vergognosa, ammissione del Tribunale che parla di legame familiare “a prescindere da qualunque classificazione giuridica”. Ancora una volta si strumentalizza il concetto di “interesse del minore”, quando invece l’unico e inalienabile interesse per i bambini è quello di avere una mamma e un papà, mentre con questa decisione il padre della bambino - già scomparso con la fecondazione assistita - viene annullato d’ufficio. E’ un precedente gravissimo e pericoloso, perché tutto ciò ora è stato legittimato per due donne, ma se a volere il desiderio egoistico di un figlio dovessero essere, in futuro, due uomini, questo significherebbe per i giudici abruzzesi legittimare la barbara pratica - e illegale in Italia - dell’utero in affitto. E’ urgente che il Ministro dell’Interno Matteo Piantedosi intervenga dando chiare disposizioni agli uffici dell’anagrafe affinché queste decisioni non trovino alcuna legittimazione sui registri», così Jacopo Coghe, portavoce di Pro Vita & Famiglia.
15/11/2022 di Ufficio Stampa Pro Vita & Famiglia
Due mamme. Pro Vita & Famiglia: «Sentenza Abruzzo pericolosa, apre a utero in affitto. Piantedosi intervenga»
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