I radicali vorrebbero la legalizzazione della "maternità solidale", cioè dell'utero in affitto gratuito (utero "in comodato", sarebbe da dire).
La scusa è quella solita dell'autodeterminazione, in forza della quale donne libere e generose danno a coppie sterili disperate la gioia di un figlio.
Ci sembra necessario, in proposito, sottolineare che - innanzi tutto - i bambini non sono cose che si comprano e vendono e neanche si regalano.
Su Notizie Pro Vita & Famiglia di questo aprile 2020, poi, abbiamo raccolto le testimonianze di madri surrogate (quelle vive, perché ogni tanto qualcuna muore, nell’indifferenza generale) che hanno prestato l'utero per spirito altruistico. Non solo Ucraine, particolarmente bisognose di denaro, ma anche donne dei Paesi cosiddetti “civili”, più o meno pagate.
Ci risulta che la pratica è sempre e comunque decisamente abusante. Anche quando la cosa fosse davvero gratuita (non lo è mai, c'è sempre un "congruo" rimborso spese), è un abuso della generosità di donne che - spesso in modo patologico - soffrono del "complesso del martire"e che vengno esposte al rischio di conseguenze psico fisiche devastanti (persino la morte).
I Lettori avranno modo, en passant, anche di conoscere più da vicino qualcuno degli intermediari (che fanno milioni sulla pelle di donne e bambini); e poi avranno modo di leggere anche altre cose interessanti, sulle scienze esatte, per esempio, oppure sul progetto "Adotta una lucetta" della fondazione il Cuore in una Goccia del professor Noia.
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Francesca Romana Poleggi
la maggioranza che siede in Parlamento ha a cuore i diritti delle donne solo se essi non intaccano gli interessi delle potenti cliniche della fertilità, che a loro volta strumentalizzano le lobby “Gbt” (senza L, perché le lesbiche sono in prevalenza contrarie a “prestare” l’utero): il potere economico e mediatico delle lobby omosessualiste fa molto comodo a coloro che fanno milioni prevalentemente con coppie etero.
Intanto, alcuni vorrebbero la legalizzazione della “surrogazione solidale”, che consentirebbe a donne molto generose, libere, non sfruttate, di “regalare” un figlio a chi non può averne. In questo numero di Notizie Pro Vita & Famiglia, allora, lasciamo la parola alle madri surrogate (quelle vive, perché ogni tanto qualcuna muore, nell’indifferenza generale). Ascoltiamo il grido di dolore non solo delle Ucraine, che sono particolarmente bisognose di denaro, ma anche di quelle donne dei Paesi cosiddetti “civili” che - più o meno pagate - offrono il loro grembo soprattutto per spirito altruistico. Chi pensa che la “surrogazione solidale” possa essere davvero un libero atto di autodeterminazione della donna, avrà modo di cui ricredersi.
...Che la luce del Risorto illumini i cuori induriti e consoli tante vittime innocenti. Buona Pasqua a tutti!
Toni Brandi