Harry Wu è stato un uomo che ha avuto un ruolo determinante per sollevare la spessa coltre di silenzio omertoso che l’Occidente ha da sempre voluto distendere sulle atrocità che tuttora la dittatura del Partito Comunista infligge al popolo cinese.
Vittima della cieca follia maoista, Harry Hongda Wu trascorse ben 19 anni nei campi di concentramento cinesi, i laogai (che ancora oggi, in questo momento, sono attivi e operanti), senza mai sapere di preciso qual era il suo capo di imputazione.
Liberato dopo la morte di Mao è riuscito rocambolescamente a fuggire in USA, dove nel 1992 ha fondato la Laogai Research Foundation.
Grazie a lui il mondo ha saputo dei laogai. Chi ha voluto, ha saputo delle merci che i laogai (come imprese) producono e commerciano con i Paesi democratici dell’Occidente: se ogni impresa in Cina viola le regole basilari di tutela del lavoro e quindi attua uno spregiudicato dumping sociale nelle esportazioni, ancor più immorale è il commercio di ciò che viene prodotto dagli internati nei laogai, che in cambio di 16 ore di lavoro al giorno ricevono torture, lavaggio del cervello e sì e no il cibo necessario a non morire di fame.
Harry Wu ha avuto il coraggio di tornare in Cina, sotto falso nome, per documentare questa realtà e per raccogliere le prove del commercio di Stato che il PCC fa degli organi dei condannati a morte. Su questo tema la Laogai Research Foundation Italia onlus, fondata dal nostro Presidente, Toni Brandi, nel 2005, grazie alla documentazione fornita da Harry Wu ha potuto pubblicare con la Guerini “Cina Traffici di Morte”, nel 2008.
Harry Wu ha rischiato la vita più volte finché non l’hanno arrestato di nuovo: l’hanno rilasciato solo perché c’è stato un interessamento diretto della comunità internazionale e della diplomazia americana. Da allora non è più potuto tornare in Cina, ma ha continuato a lottare per la verità e la libertà: ha raccolto le notizie che i dissidenti a riuscivano a far arrivare in Occidente e spesso ha anche aiutato gli stessi a fuggire.
Di Harry Wu è anche Strage degli Innocenti, edito da Guerini nel 2009: il più completo reportage sulla crudele politica del figlio unico che ha massacrato bambini e donne per 30 anni (e ancora continua, nonostante siano leggermente cambiati i termini della questione).
E’ venuto personalmente più volte in Italia (nella foto: Harry Wu con Toni Brandi e Reggie Littlejohn, di Women Rights Without Frontiers, ad un convegno a Roma) a dare le sue testimonianze, crude, vere, dure, impressionanti, su ciò che l’uomo è capace di fare ai suoi simili. Non solo a quelli che considera nemici pericolosi, ma anche a coloro che sono più fragili e dovrebbero suscitare un minimo di umana solidarietà.
Nel 2010, grazie alla documentazione fornita da Harry Wu, la LRF Italia ha pubblicato con Fede e Cultura “I Laogai Cinesi”, nel 2012 con Sugarco “La persecuzione dei Cattolici in Cina”; ha inoltre curato un rapporto per Coldiretti e uno per la Confartigianato sulle importazioni dalla Cina.
Harry Wu aveva 79 anni, quando ha smesso di combattere per la verità e per i diritti del popolo cinese. Per fermarlo c’è voluta la morte.
Francesca Romana Poleggi
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