Con un rapporto di 22 pagine pubblicato lo scorso 24 ottobre, la Charities Commission britannica ha ordinato a Mermaids - una delle più note organizzazioni statunitensi e mondiali dedite a promuovere la transizione di genere dei minori fondata nel 1995 - di rimuovere i consigli medici per bambini dal suo sito web. Dopo due anni di indagini sono infatti stati riscontrati i gravi problemi denunciati sul piano amministrativo, e non solo.
L’indagine era già partita nel settembre 2022, quando il Telegraph ha rivelato che l’organizzazione stava fornendo alle ragazze adolescenti delle fasce toraciche, un dispositivo potenzialmente dannoso per restringere il seno, senza il consenso dei genitori. Allo stesso modo, le dichiarazioni online di Mermaids presentavano i bloccanti della pubertà come «un’opzione sanitaria sicura e reversibile riconosciuta a livello internazionale», cosa assolutamente smentita dalle più recenti evidenze scientifiche, come dimostrato ampiamente anche dalla Cass Review e come Pro Vita & Famiglia onlus ha avuto modo di dimostrare portando in Italia – per la prima volta – la testimonianza diretta di una giovane detransitioner, ovvero Luka Hein con la campagna “INGANNATA. Perché nessuno nasce nel corpo sbagliato. Nemmeno io”, che si è conclusa qualche giorno fa.
Di qui, in nome di una tutela effettiva dei minori, l’inchiesta ha ottenuto quale risultato la rimozione di tali contenuti fuorvianti dal sito web di Mermaids, in quanto la stessa organizzazione ha la responsabilità legale di garantire accuratezza, equilibrio nel giudizio e scientificità delle informazioni diffuse, cosa che nel caso di specie è stata palesemente violata.
Eppure sui media mainstream, BBC compresa, è stata minimizzata la gravità delle 62 denunce pubbliche contro tale ente, affermando che la sentenza «non ha trovato prove che Mermaids abbia fornito consulenza medica, il che sarebbe stato al di fuori dei suoi scopi di beneficenza, né ha trovato prove di cattiva condotta». Così, seppur in mezzo alle polemiche, grazie al supporto dei media del Regno Unito, Mermaids ha continuato a fare proseliti. Attualmente lavora con 10.000 persone all’anno e il suo reddito è passato da quasi 84.000 sterline nel 2016 a quasi 2,3 milioni di sterline l’anno scorso. Per cui tra l’altro, secondo la legge vigente in Uk, è a rischio violazione lo stesso status di ente di beneficenza (coi i relativi benefici fiscali per i fondi ricevuti).
Inoltre il caso del suo ex amministratore, il dr. Jacob Breslow - dimessosi nel 2022 dopo essere stato scoperto a parlare nel corso di una conferenza a favore della pedofilia, ossia della possibilità di «persone attratte dai minori» - evidenzia i problemi più ampi dell’organizzazione. D’altra parte sul sito web personale dello stesso medico si legge che la sua ricerca «riunisce teorie critiche sulla razza, trans, femministe, queer, sulla migrazione e teorie psicoanalitiche per esplorare il ruolo dell’infanzia nel plasmare e mettere in discussione la sacrificabilità della vita dei giovani neri, la fermezza del binarismo di genere, la vita queer dei desideri dei bambini e la condizione precaria dei migranti». Infine la commissione britannica ha rilevato come anche l’ex amministratore delegato dell’ente Susie Green (gennaio 2016 fino al 25 novembre 2022) abbia portato il figlio maggiore in Thailandia per la rimozione dei genitali quale regalo del suo sedicesimo compleanno. Infine Mermaids ha anche avviato una causa con l’ente regolatore senza successo, in quanto voleva privare in maniera illegittima la LGB Alliance - un gruppo di difesa delle persone attratte dallo stesso sesso - dello status di ente di beneficenza.
Alla luce di tali elementi quanto comminato a Mermaids dalla Charities Commission britannica è anche poco rispetto alle ricadute, spesso anche irreversibili, di tali menzogne sulla pelle e la salute psicofisica di adolescenti in formazione.