E’ l’educazione, secondo sir Bertrand Russell, il moderno mezzo di propaganda fondamentale per forgiare il nuovo mondo in cui i bambini cresceranno convinti che “la neve sia nera”.
Questa riflessione è apparsa sul mensile Notizie ProVita di due anni fa, ma andava letta e non va dimenticata.
Nel 1951 Sir Bertrand Russell, con il suo The Impact of Science on Society (L’impatto della scienza sulla società), intendeva dare il suo contributo alla novella torre di Babele che l’umanità si apprestava a costruire mediante un’ardita operazione d’ingegneria sociale. Dato che per la nuova titanica impresa non era possibile usufruire della scienza classica, che non perdona gli errori e non si piega alle ideologie, era necessario ricorrere a una “scienza addomesticata” e decisamente più malleabile come la psicologia.
“Credo che la psicologia di massa sarà la cosa più importante… ingigantita anche attraverso i moderni mezzi della propaganda. Di cui il più efficace è l’educazione. La religione gioca un ruolo, ma decrescente; la stampa, il cinema, la radio avranno invece una parte sempre più importante… Gli psicologi sociali del futuro avranno classi di bambini su cui sperimenteranno vari metodi per produrre in loro l’incrollabile convincimento che la neve sia nera.
Primo: bisogna ricordare che l’influenza di casa (della famiglia) è di ostacolo (al progresso N.d.R.).
Secondo, si può far poco se l’indottrinamento non inizia prima dei dieci anni.
Terzo, i versi in musica siano intonati ed efficaci.
Quarto, l’idea che la neve sia bianca deve essere conservata, ma guardata come una sorta di bizzarra eccentricità.
E’ compito degli scienziati del futuro rendere precise queste massime e scoprire quanto costa insegnare ai bambini che la neve è nera, oppure quanto meno costerebbe insegnare loro che il suo colore è grigio scuro”.
Sembrava uno stravagante progetto forgiato da una mente incline all’euforia maniacale ed eccoci invece a confrontarci, con crescente preoccupazione, con il tentativo in atto nelle scuole di convincere i bambini di tutto il mondo, secondo i nuovi comandamenti provenienti dalle Nazioni Unite, che devono essere avviati alle gioie del sesso il più precocemente possibile: “Sex by eight, or it is too late” (il sesso a otto anni o è troppo tardi), affermano i più illuminati. Perché? Perché i bambini, così educati, impareranno a incanalare le loro pulsioni aggressive in una direzione positiva e faranno l’amore invece che la guerra, secondo la ricetta messa a punto da Sigmund Freud nel libello “Warum Krieg?” (Perché la guerra), scritto insieme con Albert Einstein e pubblicato nell’estate del 1932.
A nessuno venisse in mente l’idea di trovarsi alla presenza di adulti senza scrupoli che, dopo aver sperimentato tutto, sentono l’urgenza di avviare bambini innocenti verso il cammino della corruzione del corpo e della mente: tutto è stato studiato per la pace e il bene dell’umanità….
Appunto la neve è nera, o forse grigio scuro.
La sessualizzazione dei bambini è solo un aspetto dell’ideologia del gender, che intende eliminare tutti i vincoli posti da madre natura nell’ambito dei rapporti tra gli esseri umani e il creato. Per realizzare il Nuovo Mondo è necessario cancellare tutti i dualismi antiquati: maschio/femmina, omosessuale/eterosessuale, naturale/innaturale, morale/immorale. Solo così sarà possibile vedere il trionfo della modernità e del progresso. Un’utopia forsennata destinata, come tutte le utopie, a infrangersi sugli scogli della realtà, ma che sarà pagata a caro prezzo da tutti quanti.
Dina Nerozzi