L’educazione sessuale, dal ’68 in qua, ha avuto sempre come scopo primario quello di insegnare i metodi contraccettivi.
Le lezioni che – per esempio – si tengono da sempre nelle scuole, ad opera degli esperti dei consultori familiari, hanno sempre avuto come argomento principale il preservativo, le pillole e la spirale.
Pionieri, in questo campo, i Paesi del Nord Europa, dove la “liberazione sessuale ” si è sempre realizzata prima che altrove, anche sui banchi di scuola, fin dalle classi più giovani. Anche la televisione trasmette cartoni animati “educativi“, per i più piccini, come quelli che potete vedere nell’immagine qui sotto.
Tra questi Paesi, la bella, ricca, spregiudicata Danimarca sta registrando, però un’inversione di tendenza.
La Repubblica ci informa che il programma di educazione sessuale, per disposizioni governative, è cambiato. Si insegna a fare figli. Si insegna che il sesso è fatto per procreare.
Ma va?
E perché questa inversione di tendenza, con buona pace della “liberazione” della donna dalla schiavitù degradante della maternità?
Perché i Danesi, nonostante un welfare strepitoso, sussidi e assegni cospicui per giovani e studenti, assistenza e previdenza sociale spregiudicate, si sono resi conto che il declino demografico li sta uccidendo.
Il tasso di fertilità è 1,9, meno di quello necessario alla sopravvivenza che è 2,1. Quindi si corre ai ripari: fare figli è bello e naturale.
Anche perché, come tutti sanno, il welfare è sostenibile se le giovani generazioni fanno PIL sufficiente anche a mantenere gli anziani. E i giovani, ovviamente, prima di cominciare a lavorare devono... essere nati.
Come abbiamo detto e ripetuto, in Italia stiamo molto peggio che in Danimarca: non solo perché il nostro welfare funziona con l’efficienza che tutti sappiamo, ma perché il tasso di fertilità da noi è 1,3.
Ma a noi non importa: corriamo allegramente nel baratro del suicidio demografico, preoccupati solo di promuovere unioni sterili omosessuali ed educazione sessuale tesa a insegnare ai ragazzini a divertirsi senza però fare guai: e se ci scappa la mano “l’aborto è un diritto e non fa male a nessuno”, e se si ha paura di un figlio, nell’incertezza, di corsa si prende una pillolina (anche senza ricetta medica, in farmacia) e non ci si pensa più.
Redazione
DIFENDIAMO I BAMBINI E LA FAMIGLIA DAI TENTATIVI DI LEGALIZZARE IL MATRIMONIO GAY