Come intendiamo educare i nostri ragazzi? Qual è il pensiero che mettiamo in campo per loro? Questa domanda, soprattutto nella delicata sfera legata all’ambito dell’educazione sessuale e affettiva, non trova in Italia una risposta soddisfacente, salvo rare ed encomiabili eccezioni (ne abbiamo parlato qui). Troppo spesso infatti a vincere è il pensiero culturalmente dominante, che nello scenario attuale vede la vittoria di un’impostazione relativista, edonista e pro-gender.
Nell’intento di rispondere in maniera precisa a questa deriva, il noto psichiatra e psicoterapeuta Tonino Cantelmi ha dato alle stampe “Nati per essere liberi” (Edizioni Paoline).
L’obiettivo dell’Autore è dichiarato, come apprendiamo dall’Agenzia Sir: “Proporre una modalità di educazione sessuale, non tanto gender free, ma soprattutto basata sulle evidenze scientifiche e sulla realtà dei fatti”. Infatti, afferma ancora Cantelmi: “Riteniamo che la ideologia del gender nel tentativo di combattere autentiche discriminazioni (tentativo del tutto condiviso da noi) nel suo sviluppo abbia generato la più macroscopica discriminazione della nostra epoca: non lasciare liberi i bimbi, obbligandoli a negare, a volte in modo grottesco, la differenza maschile-femminile, attribuendo ogni differenza a una costruzione sociale da abbattere”.
“Nati per essere liberi” è articolato in tre sezioni. Nella prima l’Autore, con il contributo di validi esperti e collaboratori, analizza gli Standard per l’educazione sessuale rilasciati dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, esaminando l’approccio teorico e le conseguenze pratiche delle indicazioni proposte dal documento. A seguire vengono messi in evidenza i punti critici per ogni fascia d’età. Infine, viene presentato il progetto Pioneer, nato in Italia nel 2014.
“Il libro – afferma ancora l’Autore – può apparire complesso da leggere, ma educatori, genitori, insegnanti e chiunque si occupi di bambini hanno il diritto e il dovere di essere informati adeguatamente sul tema scottante dello sviluppo sessuale e psicoaffettivo. Hanno soprattutto il dovere di abbandonare le derive ideologiche e di accogliere la concretezza e la realtà dei dati di fatto“.
Redazione
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