Si dice “Mal comune, mezzo gaudio”, ma non crediamo di poter dar credito alla saggezza popolare, quando si tratta l’ambito della dis – educazione sessuale rivolta a ragazzini di 8 – 9 anni.
Infatti, i libercoli destinati all’uopo sono diffusi su scala mondiale, non solo qui da noi, come abbiamo visto (per esempio) qui, qui, e qui e da ultimo qui.
Presso la Hudson Park Elementary School di Rainer, in Oregon, il Preside ha scritto una lettera ai genitori infuriati scusandosi: lui stesso ha ammesso che un libro mostrato in una quarta elementare non era “appropriato” e che quindi è stato rimosso dalla biblioteca della scuola (così dice FoxNews).
Ciò vuol dire che se i genitori, compatti, si fanno sentire, ottengono dei risultati.
Il libro in questione, “It’perfectly normal” (è perfettamente normale), contente le solite immagini di persone giovani e meno giovani nude, e la raffigurazione di diversi atti sessuali, compresa la masturbazione, la spiegazione di quanto sia bella e normale l’omosessaulità, prima ancora della spiegazione della pubertà...
I docenti addetti alla scelta dei libri per la biblioteca hanno detto che il libro era consigliato per ragazzi di 10 anni ed era perciò sulla lista di quelli ammessi a scuola, ma è stato dato per errore in una quarta elementare (come se , invece, sia necessario mostrare ai ragazzini di 10 anni come ci si masturba).
Pare che – nella scuola in questione – ci fosse pure un bibliotecario che ha incentivato i bambini a prendere il libro in prestito e portarlo a casa.
Il libretto, comunque, gira da parecchio tempo per le scuole americane: aveva già suscitato le proteste dei genitori del Missouri, tempo fa.
Certo, a protestare, ormai, ci vuole coraggio, perché si rischia per passare per “antiquati e bigotti” e purtroppo molti genitori subiscono lo stigma del “politicamente corretto” come un’onta che brucia.
Ma, poiché la dis – educazione sessuale dilaga e la pornografia si fa strada come cosa buona e giusta, a noi tocca tirarlo fuori il coraggio, per il bene non solo dei nostri figli, ma per il futuro della società tutta.
Redazione
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