Un lettore ci chiede gentilmente dove trovare le ricerche che riportano i dati sulle conseguenze disastrose della sessualizzazione precoce dei ragazzi e sui fallimenti dell’educazione alla contraccezione senza una adeguata educazione all’affettività, al rispetto di sé e degli altri, ecc. ecc.
Ecco la risposta che gli ha inviato il nostro Presidente, Toni Brandi.
“La ringrazio per la sua richiesta di materiale riguardo i risultati della sessualizzazione precoce dei giovani nei paesi dove sono state applicate queste “strategie educative”.
Mi permetto di segnalarle il “Sexualisation of the Youth report”*, commissionato dal Ministero degli Interni Inglese. Le consiglio di leggere in particolare i capitoli 5,6,7 http://webarchive.
Poi, riguardo alla pedofilia ed alla sessualizzazione dei giovani in Australia, pubblicato dall’Australia Institute: http://www.tai.org.au/
e il rapporto dell’American Psychological Association (APA), anche sull’effetto dei Media
http://www.
Per un sondaggio effettuato in Inghilterra dall’Istituto di Ricerca Pubblica (Public Policy Research – IPPR) fra giovani donne di 18 anni, riguardo all’impatto del porno sulle loro vite, veda l’immagine che riporta i dati principali, http://www.ippr.org/assets/
Purtroppo il rapporto completo è sparito dal web, come succede spesso per questi rapporti non “politicamente corretti”, lo stesso è accaduto per un rapporto sulla sessualizzazione dei giovani in Australia. Quindi le consiglio di stampare le parti che la interessano: http://www.ippr.org/
Per quanto concerne le gravidanze di giovani donne se ne fa riferimento alla pagina 61 del “Sexualisation of the Youth” report. Per altri dati:
http://www.telegraph.co.uk/
http://www.cdc.gov/nchs/data/
http://www.dailymail.co.uk/
Spero che il materiale sia sufficiente per lo meno per cominciare ad approfondire il tema.
Le ricordo infine che queste politiche sono state dettate dalle stesse menti che hanno concepito gli Standards per l’educazione sessuale in Europa, che può leggere qui .
Antonio Brandi
* Va osservato che questo rapporto, che contiene dei dati interessanti sull’impatto negativo della sessualizzazione precoce della gioventù, nella conclusione, auspica l’introduzione e il rafforzamento delle teorie del genere per abbattere gli “stereotipi”.
E’ vero che ci sono – ovviamente – degli stereotipi negativi e sono quelli (tipici della pubblicità) che mostrano donne iper-sessualizzate, svestite, con forme perfette e irreali, e uomini super muscolosi, ecc… Ma la teoria del gender, con la pretesa di combattere i stereotipi negativi, cade nell’eccesso opposto, eliminando ogni specificità sessuale, e bollando come “stereotipo” ogni differenza naturale psicologica e/o comportamentale tra i due sessi. E così togliendo alla biologia/natura la sua funzione normativa del comportamento sessuale, anche l’immaturità fisica (biologica-naturale) del bambino cessa di essere un ostacolo alla piena espressione della sessualità e ogni orientamento sessuale è normalizzato. Senza una norma, un riferimento o meglio una radice il bimbo è sempre più solo e quindi vittima della pubblicità e del “tutto è permesso”. Per questo non è un caso che i progetti gender contengano riferimenti all’attività sessuale precoce e che alcuni ideologhi del gender (vedere Kinsey e Money) abbiano spesso promosso la pedofilia.