Roberta Metsola è il nome più adatto per traghettare l’Europa in questo difficile cambiamento d’epoca. Ne è convinta l’europarlamentare Simona Baldassarre (Lega – Identità e Democrazia), che, contattata da Pro Vita & Famiglia, ha definito la nuova presidente dell’Europarlamento una «collega competente», una buona mediatrice e, soprattutto, un’interlocutrice ideale per la riaffermazione della tutela della vita e della famiglia tra Strasburgo e Bruxelles.
Onorevole Baldassarre, dopo la presidenza di David Sassoli, dove va il Parlamento Europeo?
«In questi giorni, a Strasburgo, abbiamo commemorato David Sassoli, un presidente dalle qualità umane encomiabili, che faceva di valori come l’educazione, la gentilezza e la coerenza delle priorità nella propria vita. Ora ci troviamo ad affrontare la seconda parte del mandato, nella quale, più di prima, dovremmo portare risultati concreti ai cittadini europei. Le sfide sono tante. Penso alle misure relative all’energia e al caro bollette, al Green Deal, alla digitalizzazione o alle discussioni sull’intelligenza artificiale. Ci sono da portare avanti i temi della salute e della ripartenza, di come fare affinché nessun cittadino sia lasciato al proprio destino nel post-pandemia. Penso anche a battaglie di cui, purtroppo, si parla ancora poco, ma che saranno centrali nei prossimi anni. Per citarne alcune, l’iniziativa sulla genitorialità transfrontaliera – che rappresenterebbe un cavallo di Troia in Italia per utero in affitto e omogenitorialità – oppure quello che io stessa definii il “Ddl Zan europeo”, ovvero la direttiva che arriverà dalla Commissione Europea per esigere l’introduzione dell’identità di genere come standard minimo per tutti i codici penali europei. C’è ancora tanto da fare per la valorizzazione del ruolo della famiglia e per contrastare l’inverno demografico che sta colpendo l’Italia e tutta l’Europa. Insomma, c’è ancora molto lavoro, ma noi siamo pronti. Speriamo che sia altrettanto pronta quella maggioranza che, fino ad ora, ha guidato il Parlamento Europeo su una rotta alquanto ideologica».
È stata eletta la maltese Roberta Metsola del PPE. Qual è il suo giudizio complessivo sulla nuova presidente?
«Abbiamo sostenuto la nuova presidente. È una collega competente. È una donna, una madre, e ha saputo dimostrarsi capace di mediare tra le varie posizioni. Condivide alcune delle nostre battaglie, come la difesa comune dei confini europei o la difesa della Vita, dichiarandosi lei stessa una convinta pro-life. Le alternative alla presidenza provenivano da quell’estrema sinistra che ha ormai abbandonato qualsivoglia valore legato alla Famiglia. Pertanto, siamo contenti dell’elezione di Roberta Metsola e ci auguriamo che in questa seconda metà del mandato saprà ascoltare tutte le forze rappresentate in questo Parlamento, dando spazio a tutte le iniziative che riportino al centro del dibattito i cittadini, la Vita e i valori fondanti di questa nostra Europa».
Sui temi della vita e della famiglia, Metsola pare più in linea con le posizioni della Lega e del gruppo Identità e Democrazia. Ritiene questo possa rappresentare una vera svolta nelle agende dell’Europarlamento?
«Questo è l’auspicio. Chi lavora nel Parlamento sa bene che l’agenda di questa istituzione è determinata tanto dal suo presidente, quanto da un complesso di altri fattori, come le proposte avanzate dalla Commissione Europea, la maggioranza dei gruppi dell’emiciclo, i presidenti delle commissioni parlamentari e via dicendo. Tuttavia, una presidente dichiaratamente pro-life è un’opportunità per costruire ponti e riavviare il dialogo su questioni come la tutela della Vita nascente. Non ci aspettiamo che le cose cambino dall’oggi al domani. A Bruxelles tutto si muove e cambia con un’inerzia assordante. Ciononostante, la figura della Metsola è un primo passo per cambiare rotta».