In Irlanda si sono tenute le elezioni politiche, qualche mese dopo l’approvazione del matrimonio gay e il noto referendum, condotto nel clima minatorio di cui abbiamo diffusamente dato conto.
I risultati di queste conseguenti elezioni politiche non hanno designato un vero e proprio vincitore, ma hanno sancito la clamorosa sconfitta di Enda Kenny e del suo partito, Fine Gael.
La maggioranza che governava il Paese si è sgretolata. Il partito di maggioranza relativa, appunto, il Fine Gael di Enda Kenny, perde il 10% degli elettori e passa dal 36 al 26%, i Laburisti dal 19% scendono al 7%. Il principale partito di opposizione, il Fianna Fail, di centro-destra, mantiene i suoi voti (circa il 22%), ma il Sinn Féin di Gerry Adams, raddoppia i suoi consensi, e un nuovo partito, l’Independent Alliance, appena nato si afferma in modo eclatante.
Paolo Gulisano, su Il Sussidiario nota come “solo qualche mese fa un raggiante Enda Kenny, il giovane e dinamico leader del Fine Gael, festeggiava la vittoria del referendum confermativo con cui l’Irlanda aveva detto sì ai matrimoni omosessuali. Per Kenny, come per Obama e Renzi, era stata la vittoria dell’amore, dell’uguaglianza di diritti, ottenuta peraltro al termine di una campagna ideologica di una durezza e di un’intolleranza inusitate per l’Irlanda, dove si impedì fisicamente di parlare agli oppositori del provvedimento di legge, come il giornalista John Waters, una campagna sostenuta principalmente con fondi provenienti dagli Stati Uniti, in particolare dal miliardario Chuck Feeney”.
Prosegue Gulisano: “Il Sinn Féin è una formazione di sinistra anti-imperialista, che per decenni è stato il principale partito di rappresentanza dei cattolici repubblicani dell’Ulster. Considerato dagli inglesi “il braccio politico dell’Irish Republican Army”, la formazione che porta il nome di un movimento fondato oltre un secolo fa per giungere all’indipendenza e al governo dell’Irlanda del Nord “.
“Il Sinn Féin di Adams si rifà ad uno dei padri fondatori del socialismo e dell’indipendentismo irlandese, quel James Connolly che venne fucilato dagli inglesi dopo la sconfitta dell’Insurrezione di Pasqua, portato davanti al plotone di esecuzione legato ad una sedia, dal momento che era rimasto ferito durante gli scontri di Dublino e non riusciva a reggersi in piedi. Un ideale di socialismo umanitario che evidentemente convince gli irlandesi più delle ricette liberiste [e libertarie, n.d.r.] del Fine Gael”.
L’Independent Alliance, è costituito da consiglieri comunali e di contea, piccoli amministratori di paese, che si oppongono all’attuale partitocrazia. Sono per il diritto di fare politica al di là degli schieramenti ideologici, il diritto di decidere, da parte degli eletti in Parlamento, secondo la propria coscienza. Il contrario, insomma di quello che ha fatto Renzi ponendo la questione di fiducia sulle unioni civili. “Non è un caso che siano diversi gli esponenti dell’Alliance che provengono dai maggiori partiti irlandesi, dai quali sono stati espulsi per avere votato in qualche occasione con la propria testa senza adeguarsi alla rigida disciplina di partito”.
Chissà come ha ‘letto’ Renzi i risultati delle elezioni politiche irlandesi...
Redazione