Il consiglio episcopale della diocesi di Milano – che raccoglie i più stretti collaboratori del cardinale Angelo Scola – ricorda in una nota l’invito a evitare ogni coinvolgimento fra organismi ecclesiali e partiti in vista delle prossime elezioni, sia regionali sia politiche. “Per evitare strumentalizzazioni – si legge nel documento – il consiglio episcopale ricorda a tutti le disposizioni diocesane più volte ribadite in base alle quali le parrocchie, le scuole cattoliche e di ispirazione cristiana, le associazioni e i movimenti ecclesiali non devono mettere sedi e strutture a disposizione delle iniziative di singoli partiti e formazioni politiche. E invita anche i consacrati ad attenersi a tali disposizioni”. “Si vigili – prosegue il comunicato – per evitare che le attività pastorali vengano strumentalizzate a fini elettorali”. Durante questo periodo, dunque, “è prudente non programmare iniziative che coinvolgano persone candidate o già impegnate a livello politico”.
“Tutti i candidati, a maggior ragione i cattolici – si afferma nella nota – si impegnino per ridare fiducia al Paese e ai suoi abitanti, presentando programmi e proposte realmente tese a costruire il bene comune: non prevalga la tentazione del disfattismo”. “Dai cattolici in particolare – si spiega – ci si attende l’impegno per rafforzare la credibilità di un impegno speso al servizio della politica: siano esemplari per rigore morale, attenzione alla gente, spirito di servizio, professionalità, capacità
non solo di rifiutare ogni forma di corruzione, ma anche di anteporre il bene comune ai propri anche legittimi interessi di parte”.
E ancora, i cattolici faranno riferimento ai principi irrinunciabili dell’insegnamento del magistero della Chiesa sulla famiglia, aperta alla vita, fondata sul matrimonio tra un uomo e una donna, sul rispetto per la vita dal suo concepimento al termine naturale, sulla libertà religiosa, sul diritto alla libertà di educazione dei genitori per i propri figli, sulla tutela sociale dei minori e delle vittime delle moderne forme di schiavitù, sullo sviluppo di un’economia che sia al servizio della persona e del bene comune, sulla giustizia sociale, sul ruolo da riconoscere ai principi di solidarietà e di sussidiarietà, sulla pace come valore supremo a cui tendere”.
Fonte: Repubblica