Ci siamo. Ora che la fecondazione eterologa è ammessa anche in Italia, la si deve regolare.
E la prima cosa a cui hanno pensato è ovviamente il piano economico o, più esplicitamente, la “rimborsabilità”, per gratificare l’atto della “donazione”.... Una grossa ipocrisia, anche lessicale.
La prossima settimana, come annunciato dallo stesso Ministro Lorenzin, saranno elaborate delle linee guida per la fecondazione eterologa , soprattutto per quanto concerne il “pagamento” -sotto forma di rimborso delle spese sostenute, giornate lavorative e riconoscimento per la donazione stessa.
Per ora l’ipotesi che va per la maggiore è un riconoscimento economico e/o in servizi sanitari per le donne che donano i propri ovociti e gli uomini che forniscono lo sperma, trattamento che probabilmente sarà paramatrato alla donazione di midollo e, quindi, fino a 1000€.
Diverso potrebbe essere il caso del cosiddetto “egg-sharing”, cioè la donazione di ovociti sovrannumerari da parte di donne che si sottopongono alla procreazione medicalmente assistita, le cui donatrici potrebbero godere di sconti sul ticket o priorità nelle liste di attesa.
A prescindere da quale sarà l’esito della discussione, è bene sapere che la prima materia di dibattito è il “pagamento” dei donatori... e allora : PERCHE’ CONTINUARE A CHIAMARLI “DONATORI”? Questa grossa ipocrisia nasconde una coscienza molto sporca.