Stando a quanto dicono i diretti interessati, dopo la sentenza della Consulta che ha imposto la fecondazione eterologa anche in Italia, i centri potenzialmente adibiti alla pratica sono presi d’assalto da coppie che voglio un bambino.
Non solo le grandi regioni –arrivando agli estremi della Toscana che, come sappiamo, ha deciso di non aspettare nemmeno che il Ministero stenda dei protocolli di sicurezza per pubblicare sul proprio Bollettino Ufficiale l’attivazione dei servizi di eterologa – ma anche le realtà più piccole sembrano essere in subbuglio.
Questo è il caso del Centro di riproduzione umana e crioconservazione gameti di Brunico, diretto dal Dott. Bruno Engl.
Intervistato dal quotidiano Alto Adige, il primario si accoda a tutti coloro che auspicano un’accelerazione dei tempi per l’approvazione di un decreto o di una legge nazionale per poter iniziare a praticare questo genere di fecondazione anche nella sua struttura.
Engl solleva però una preoccupazione: il reperimento delle donatrici di ovociti. Come possiamo immaginare, se i donatori di seme non vanno incontro a grossi problemi, discorso diverso è da farsi per le donne che dovrebbero sottoporsi a pericolosi bombardamenti ormonali prima dell’estrazione degli ovuli; cosa che, senza avere un compenso di qualche genere, difficilmente viene affrontata.
Si potrebbe prendere come modello la Spagna, dove la fecondazione eterologa è a regime ma, secondo il Dottore, i contesti non sono analoghi: “C’è una cultura diversa, perché è una prassi ammessa da anni. E comunque per avere gli ovociti si pagano intorno ai 7 mila euro.”
Per avere a disposizione degli ovuli, quindi, le strade maestre sarebbero due: pagare le “donatrici” od utilizzare quelli già congelati e rimasti in sovrappiù delle coppie che si sono già sottoposte a fecondazione omologa.
Comprare o prendere in prestito. Non ci stupiremo quando qualcuno proporrà un leasing…
Le ragioni di un sempre maggior ricorso a questo genere di pratiche sono da ritrovarsi particolarmente nella discrasia tra il periodo fertile e l’effettiva maternità: a fronte di un’età ottimale di 25 anni, le donne decidono sempre più spesso di affrontare la nascita di un figlio dai 35 ai 37 anni. “Per questo in America” afferma Engl “molte giovani crioconservano gli ovociti per usarli il giorno in cui decideranno di avere figli.” La festa dell’ovulo congelato di cui abbiamo parlato ieri.
Redazione