In una recente intervista rilasciata ad Avvenire, a proposito della fecondazione eterologa , il Ministro Lorenzin commenta le linee guida della Conferenza delle Regioni, di cui ci siamo già occupati. Tra le dichiarazioni del Ministro sottolineiamo alcune cose interessanti.
– Le persone, i futuri genitori e i bambini, secondo il Ministro non sono tutelati. Infatti i Governatori hanno approvato un semplice regolamento, che indica dei limiti, ma non sanzioni, e che potrà essere impugnato in qualsiasi tribunale. Ma soprattutto, sostanzialmente, avalla lo status quo, cioè una situazione “artigianale” in cui ogni singolo centro per la fecondazione (quelli che in tutta questa storia ci fanno un sacco di soldi) applicherà le regole in modo discrezionale e in base alla coscienza di chi lo dirige. Quindi – di fatto -non ha la forza di obbligare alla tracciabilità completa donatore-nato, né alla istituzione del Registro Nazionale dei “Donatori” (quindi sarà possibile vendere gameti in ogni regione, praticamente senza limiti) .
Insomma, finché non ci sarà una legge del Parlamento, ognuno potrà sostanzialmente fare ciò che vuole...
– Va inoltre chiarito che in senso tecnico, non si tratta affatto di “linee guida”, come tutti – invece – hanno detto. Il documento è un punto di riferimento per le singole Regioni quando dovranno emanare atti amministrativi interni sulla fecondazione eterologa. Non è vincolante. Le “linee guida”, invece, sono un provvedimento amministrativo che attua norme di legge e che ha valore vincolante. Le linee guida della legge 40, per esempio, sono previste espressamente dalla 40 stessa: sono emanate dal ministero della Salute, che si avvale della collaborazione dell’Istituto Superiore di Sanità, e su di esse deve esprimere un parere il Consiglio Superiore di Sanità: le Regioni non sono coinvolte.
– Il documento, poi, parla di procedura attuabile per coppie che hanno avuto ripetuti tentativi falliti di fecondazione omologa, o embrioni o gameti di scarsa qualità: invece “la sentenza della Corte Costituzionale non parla di « eterologa per tutti », ma di condizioni di sterilità assoluta”, dice il Ministro.”Non ci può essere un automatismo fra fallimenti di omologa e accesso all’eterologa. Si tratta di percorsi profondamente differenti, che coinvolgono le coppie in modo diverso, e che implicano problematiche differenti nei nati: è necessario esserne consapevoli”. Inoltre, “se tutte le omologhe fallite diventassero richieste di accesso all’eterologa i costi per il servizio sanitario non sarebbero calcolabili”.
– Infine, il Ministro si dice preoccupata anche per la possibile deriva eugenetica: in questa situazione è a discrezione dei centri la possibilità di scegliere i gameti in base alle caratteristiche fisiche e genetiche dei donatori. Ma noi vorremmo ricordare e sottolineare che comunque la fecondazione artificiale è una pratica eugenetica, per il semplice fatto che gli embrioni prodotti in vitro vengono selezionati, scartati, congelati, in base proprio alle loro caratteristiche genetiche. Da qui alla selezione della razza, il passo è molto breve.
Francesca Romana Poleggi