Se veramente la proposta europea del riconoscimento dei genitori omosessuali in tutti i Paesi membri dell’UE dovesse passare, sarebbe la dichiarazione di guerra antropologica e sociale forse più esplicita condotta sino ad oggi alla famiglia naturale e ai bambini, per diversi motivi.
Innanzitutto perché imporrebbe, anche scavalcando la sovranità degli Stati, un riconoscimento ufficiale di pratiche e situazioni laddove non è concesso, vedi in Italia ad esempio, aprendo di fatto una finestra legale all’utero in affitto o alla fecondazione eterologa. Secondo perché imporrebbe socialmente un riconoscimento a nuclei altri rispetto alla famiglia naturale, legittimando dunque, ancora una volta per via giudiziaria, anche ciò che naturalmente non è possibile.
Sul punto abbiamo chiesto un parere al Professore e filosofo Diego Fusaro che senza mezzi termini afferma: «Siamo al cospetto del nuovo ordine erotico che usa la categoria dell’inclusività per produrre in realtà la distruzione di tutti i capisaldi della vita etica, dove per etica intendo non quella in senso di morale kantiana ma nel senso di eticità pubblica hegeliana. La famiglia è senza dubbio uno dei baluardi dell’eticità e proprio per questo è presa d’assalto dal capitale che tutto deve ridurre a mercato per consumatori anonimi. Ecco perché tanto accanimento contro la famiglia: un accanimento che non si manifesta direttamente ma che si nasconde dietro la vernice arcobaleno dell’inclusività e del love is love».
Intervenendo dunque anche pesantemente sui valori, l’Unione Europea sta portando avanti una tirannia che non rispetta le sovranità dei singoli Stati, né tantomeno i popoli mai chiamati a decidere su temi così importanti e urgenti per la corretta crescita della società, oltre che delle nuove generazioni: «Quello che stiamo vivendo – prosegue Fusaro - è un orrore del capitalismo e di fatto è una integrale sussunzione della società tutta sotto un dispositivo di mercificazione di controllo totale e totalitario. E dire che il capitalismo si era presentato come la realtà in grado di far valere la libertà individuale quando in realtà la sta negando ancor più di tutti i totalitarismi del Novecento».
Dicevamo all’inizio, una dichiarazione di guerra antropologico-sociale celata sotto la solita retorica della protezione dei diritti del bambino. Un bambino che magari è appena nato e che se fosse senziente, con tutta probabilità, chiederebbe a gran voce ben altri diritti non certo quelli richiesti dalla politica mondialista. Ad esempio quello elementare di avere un padre e una madre, come sottolinea sempre Fusaro: «Si parla sempre di diritti confondendoli però con i capricci dei consumatori insaziabili. In realtà – prosegue il filosofo - il primo diritto dei bambini dovrebbe essere quello di avere un padre e una madre che si occupino di loro. Mi rendo conto, però, come oggi in questa società parole come padre e madre siano in realtà indicibili nell’ordine del discorso imperante».
In altre parole nella società di oggi dove tutti pretendono diritti, anche quelli più assurdi, solo a pochi vengono concessi. E sono sempre gli stessi, coloro che rispondono alle logiche capitalistiche ed elitarie dei soliti noti gruppi di potere. Che siano radical chic, radical tech o Lgbt, insomma, l’importante è far parte dell’agenda 2030 per restare sull’Apollo 11 mondialista ed esserci laddove conta. E non importa poi se è tutto un costrutto, se è tutto finto, se è di cartapesta o digitale, se si è convinti di vivere in una realtà immaginaria piuttosto che in quella vera. L’importante è togliersi lo sfizio e assicurarsi che gli altri lo accettino. Per forza. Perché la società odierna è questa: una società-capriccio dove non vale più la preghiera del “chiedi e ti sarà dato”, ma del “pretendi e ti sarà dato” perché tutto si può e si deve comprare e tutto si può essere.