25/07/2017

Eutanasia bloccata, la vita ha vinto (per ora): il caso Lambert

La CEDU ha pilatescamente mancato al suo ruolo fondante, che sarebbe quello di tutelare i diritti inviolabili dell’uomo e quindi il diritto alla vita, in un altro caso umano, oltre a quello di Charlie Gard, quando non ha impedito l’inizio dell’eutanasia di Vincent Lambert.

Ne avevamo parlato qui: la CEDU evidentemente non considera l’eutanasia un modo di calpestare il diritto alla vita. Oppure non considera il diritto alla vita tra i diritti umani.

Qual è attualmente la sua situazione del povero Lambert, di cui è stata decretata l’eutanasia da medici e magistrati ?

Pochi giorni fa la questione Lambert è stata riportata davanti al Consiglio di Stato francese. Riassumiamo la vicenda.

Risvegliatosi dal coma nel 2008, Vincent Lambert si trova in uno stato di semi-coscienza.

Non è un vegetale: è una persona che dorme, si sveglia, riesce a girare la testa, a muovere una gamba, a respirare senza il supporto delle macchine. Le lesioni cerebrali sono molto gravi, ma Vincent vive e mostra segni di coscienza, anche se limitati.

L’uomo è ricoverato all’ospedale Sebastopol di Reims. Nel 2013, l’equipe medica che fino a quel momento lo aveva assistito deliberò che il paziente era fatto oggetto di un accanimento terapeutico irragionevole. Decise perciò, con il sostegno di Rachel, la moglie di Lambert, di interromperne l’alimentazione e di ridurne l’idratazione.

I medici e la moglie si appoggiarono anche alla convinzione che, così facendo, avrebbero rispettato la presunta volontà dell’uomo.

Il resto della famiglia (i genitori e i fratelli) non era al corrente della decisione dell’ospedale: fu solo per puro caso che uno dei fratelli, recandosi in visita a Vincent, scoprì che l’uomo non veniva nutrito da 15 giorni.

Ebbe allora inizio la battaglia legale, che vide schierarsi da un lato i genitori di Vincent (nella foto con la madre) e dall’altro la moglie e i medici dell’ospedale che volevano praticare l’eutanasia. Un caso molto simile a quello di Terri Schiavo: anche lì il marito e i medici contro i genitori...

Dopo alterne vicende, nel 2016 la corte d’appello amministrativa di Nancy concesse ai medici dell’ospedale di Reims di poter continuare “la consultazione in vista dell’interruzione delle cure al paziente”: insomma, diede il via libera all’eutanasia. Sembrava che si fosse giunti alla fine della vicenda di Vincent, eppure, pochi mesi dopo, la dottoressa Simon , medico curante dell’uomo e sostenitrice dell’interruzione delle cure, chiese le dimissioni all’ospedale di Reims (è la seconda volta che un avvenimento simile si ripete. Anche il Dottor Kariger, il primo medico che aveva assistito Vincent a Reims, aveva chiesto le dimissioni qualche tempo prima).

I genitori di Vincent impugnarono allora la sentenza di Nancy, portandola all’attenzione del Consiglio di Stato.

Dal recente esame del Consiglio (10 luglio 2017) è risultato che il dottor Sanchez, il nuovo medico curante, non è tenuto a rispettare le decisioni del suo predecessore e può quindi continuare ad alimentare e idratare Vincent, a meno di non prendere lui stesso una nuova decisione per interrompere le cure.

Se non vi saranno ulteriori cambiamenti, potremo dire che  in questo caso a vincere è stata la Vita.

Gloria Pirro

Fonti: Le MondeJe soutiens Vincent


AGISCI ANCHE TU! FIRMA LA PETIZIONE:

 NO all’eutanasia! NO alle DAT!

Questo articolo e tutte le attività di Pro Vita & Famiglia Onlus sono possibili solo grazie all'aiuto di chi ha a cuore la Vita, la Famiglia e la sana Educazione dei giovani. Per favore sostieni la nostra missione: fai ora una donazione a Pro Vita & Famiglia Onlus tramite Carta o Paypal oppure con bonifico bancario o bollettino postale. Aiutaci anche con il tuo 5 per mille: nella dichiarazione dei redditi firma e scrivi il codice fiscale 94040860226.