I giornali titolano “Si è suicidata”, noi scriviamo è morta. Ha subito l’eutanasia. Se non – peggio – è stata spinta al suicidio.
Brittany Maynard, è la giovane donna, cui era stato diagnosticato un cancro al cervello incurabile, a cui si era rivolta Maggie Karner (potete /dovete (!) leggere qui l’articolo) , che pur soffrendo l’identico male invitava Brittany a non togliersi la vita perché “c’è più dignità nel vivere che nel morire”.
La Mynard aveva recentemente detto che avrebbe soprasseduto per un po’ alla decisione di uccidersi, perché tutto sommato stava ancora abbastanza bene. Poi – senza preavviso, e a distanza di pochi giorni – è tornata di nuovo sui suoi passi ed è giunta la notizia che sabato sera ha preso la droga fatale che le aveva prescritto il medico/boia dell’Oregon, col permesso della legge dell’Oregon, Stato macellaio.
In una dichiarazione dopo la morte di Brittany, Compassion and Choice (l’ ex Hemlock Society), ha detto che la donna aveva fatto una scelta ponderata e razionale. A noi – che a pensar bene non si fa peccato, ma a pensar male ci si azzecca – pare che questa scelta così pacata e ponderata non fosse, se in pochi giorni ha cambiato idea due volte. A noi sorge il dubbio che qualcuno le sia stato troppo vicino, quanto meno per cogliere l’attimo…
Un insormontabile problema posto dal suicidio assistito è che – poi – la persona interessata, l’unica che può veramente testimoniare se è stata una libera scelta o no, non è più in grado di parlare!
Del resto le testimonianze di alcuni parenti, in casi simili, in tempi passati, hanno sollevato dubbi seri sul comportamento di queste associazioni pro morte, che – quando mettono le mani su una possibile vittima – fanno del tutto, con gentilezza e delicatezza, perché la cosa finisca come intendono loro.
Comunque, nel caso di Brittany, queste sono illazioni. Quello che è oggettivo è la deprecabile strumentalizzazione della sua malattia e della sua morte, attraverso una campagna mediatica ben coordinata, che quanto meno può innescare un pericoloso effetto imitazione.
Intanto, Life Site News , nell’articolo in cui ci dà la notizia della morte di Brittany, ci rende noti che dal momento in cui l’Oregon ha legalizzato il suicidio assistito, promulgando il Death with Dignity Act nel 1997, il numero di suicidi assistiti è costantemente aumentato da 16 nel 1998 a 85 del 2012.
Francesca Romana Poleggi