Eutanasia e suicidio assistito
Brandi e Coghe (Pro Vita & Famiglia): «Dopo le parole di Conte, manifesti e camion vela #NOEUTANASIA in tutta Italia»
Roma, 11 settembre 2019
«Il fatto che il fine vita non sia oggetto del programma di governo, come ha dichiarato Conte, non significa che la questione sia chiusa a livello parlamentare. E proprio perché sono in gioco diritti fondamentali della persona, come il diritto alla vita, noi continuiamo a sensibilizzare la società e la politica tutta con centinaia di manifesti e decine di camion vela dal Nord al Sud Italia: da Pavia, Milano, Genova e Verona fino a Napoli, Macerata, Assisi, Benevento, Taranto e Bari» hanno dichiarato Toni Brandi e Jacopo Coghe, presidente e vice presidente di Pro Vita & Famiglia e organizzatori del Congresso Mondiale delle Famiglie, che proseguono la Campagna “#NOEUTANASIA” (comprensiva anche di un video choc) per tutto il mese di settembre.
«Mentre siamo in attesa che la Consulta il prossimo 24 settembre si pronunci in materia di suicidio assistito o ipotizzi una nuova scadenza al Parlamento per intervenire sul tema sollevato dall'ordinanza sul caso dj Fabo/Cappato», hanno continuato Brandi e Coghe «già decine di associazioni si stanno alzando in piedi. Quello che chiediamo è che l’attenzione si sposti sulle cure e non sul sofferente da sopprimere: solo il 30% dei malati di tumore hanno accesso alle cure palliative, e restano quasi esclusi i malati pediatrici, i più fragili e piccoli. Cosa fare per fermare la deriva sanitaria che vede centinaia di migliaia di anziani o malati dimessi dagli ospedali all’anno per mancanza di letti, o per combattere la malasanità all’ordine del giorno? La legge n. 38 sulle cure palliative, che non è mai stata presa in considerazione, deve essere applicata».
E in conclusione a Cappato e a quanti stanno organizzando concerti e manifesti al grido di Liberi fino alla fine, Brandi e Coghe pongono una domanda: «Non vi è venuto il dubbio che dietro al tentativo di far passare il suicidio assistito come pratica normale, non ci sia l’intenzione di far risparmiare il Servizio Sanitario Nazionale e di far arricchire qualche ricco imprenditore di cliniche? Quindi liberi sì, ma di vivere fino alla fine senza soffrire».
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Uff. Stampa Pro Vita & Famiglia
e Congresso Mondiale delle Famiglie