Prevedere bandi pubblici per assumere solo medici abortisti, escludendo gli obiettori di coscienza, è una proposta illegittima e discriminatoria, perché colpevolizza un professionista in base ai suoi convincimenti morali, ed paradossale perché si penalizzano proprio i medici che dedicano la loro professione alla promozione della vita, favorendo chi è disposto a sopprimerla. Tra l’altro mentre il diritto al lavoro e il diritto all’obiezione di coscienza sono diritti fondamentali, costituzionalmente garantiti, l’interruzione volontaria di gravidanza è una facoltà. In Italia non esiste alcuna donna che per motivi di inapplicazione della Legge iniqua 194 sia stata costretta a partorire, mentre sono tante le donne che, per mancanza di alternative valide e concrete, sono spinte a ricorrere all’aborto. Quindi, invece che aumentare il numero dei medici abortisti, si pensi piuttosto ad aumentare punti di informazione, sostegno e prossimità e gli incentivi alle donne e alle famiglie in difficoltà affinché non siano abbandonate insieme ai loro figli alla violenta bugia che è l’aborto.
Così Maria Rachele Ruiu, portavoce di Pro Vita & Famiglia onlus, in merito al disegno di legge presentato dal deputato regionale del PD Dario Safina in seno all’Assemblea Regionale Siciliana, che prevede la creazione, in ogni struttura pubblica, di “aree funzionali dedicate all’interruzione volontaria di gravidanza” e di conseguenza l’assunzione di medici non obiettori di coscienza.