Non sorprende il “trattamento” che giornali e televisioni hanno riservato alla decisione di Brittany, la giovane americana malata di tumore al cervello in fase terminale, che aveva annunciato la sua morte e poi l’ha eseguita, sostenuta nella sua decisione dall’associazione Compassione e Scelta, che lotta per il diritto all’ eutanasia .
Ha dichiarato: “Arrivederci a tutti i miei cari amici e alla mia famiglia che amo. Oggi è il giorno che ho scelto per morire con dignità, tenuto conto della malattia in fase terminale, questo terribile cancro al cervello che mi ha imprigionato...ma mi avrebbe imprigionato tanto di più”.Lo aveva scritto in un messaggio letto sui social network da oltre 10 milioni di persone.
La cultura del darsi la morte o di farsela dare da altri, si diffonde sempre più e sempre non avere ostacoli di sorta. “Oggi non ho tempo. Oggi voglio stare spento!”, canta Vasco Rossi in “Vivere”. Può essere l’inno di questa modernità. Non a caso, tempo fa, i diritti di quella musica e di quel testo furono ceduti ai radicali dell’Associazione Coscioni per uno spot sulla legalizzazione dell’ eutanasia . Durava un minuto. Un uomo anziano, sdraiato sul letto, aspettava la morte, circondato dagli affetti, dai ricordi e dal suo cane. Le parole e la musica di Vasco Rossi incoraggiavano a stare dalla parte di chi si fa togliere la vita. Sensibilizzano l’opinione pubblica, si disse.
Così come sensibilizzano l’opinione pubblica tutte quelle cronache che enfatizzano, ad esempio, Emma Bonino durante la trasmissione televisiva “ Le invasioni barbariche del 21 dicembre 2010: «Morire in dignità – disse – è amare la vita e credo che questa scelta spetti a ciascuno. Ognuno la farà o non la farà in base a quello in cui crede, in base anche a chi ha una religione e chi non ce l’ha. Se vuoi, questo è un filo conduttore: scegliere chi amare, scegliere se diventare madri, scegliere la procreazione assistita, che è un atto d’amore, scegliere la vita e quindi morire in dignità. Monicelli l’ha detto ed è triste un Paese dove bisogna aprire una finestra di un ospedale per morire in dignità». Alla voce “dignità”, l’Enciclopedia Treccani dice: «La condizione di nobiltà ontologica e morale in cui l’uomo è posto dalla sua natura umana, e insieme il rispetto che per tale condizione gli è dovuto e che egli deve a se stesso”. Ormai, sono rimaste solo parole. Niente di più.
Danilo Quinto