La più alta Corte federale del Texas, negli Stati Uniti, ha stabilito che Facebook può essere ritenuto responsabile per il traffico sessuale che viene condotto sulla rete del social network.
La sentenza della Corte contro il gigante tecnologico arriva dopo che le vittime adolescenti del traffico sessuale hanno affermato di essere state prese di mira proprio su Facebook. La Corte Suprema del Texas ha stabilito che Facebook non è una "terra di nessuno senza legge" e il social stesso potrebbe essere ritenuto responsabile per il traffici sessuali che avvengono attraverso i propri canali. La Corte ritiene dunque le piattaforme internet responsabili per i crimi che vengono compiuti in esse, soprattutto nel caso del traffico di esseri umani a scopo di abuso sessuale.
La sentenza della Corte, in particolare, è arrivata in seguito a tre cause con sede in Texas che sono state intentate contro Facebook, che sostenevano che la piattaforma di social media permetteva ai trafficanti di sesso di prendere di mira i minori. Le vittime,di Houston, avevano 13, 14 e 16 anni quando sono state avvicinate dai pedofili attraverso le applicazioni di Facebook. La causa ha sostenuto che il colosso tecnologico con sede in California è stato negligente nel non proteggere i minori.
I pedofili avrebbero infatti attirato le vittime del traffico sessuale con "false promesse d'amore e di un futuro migliore", comprese le bugie di lavori da modella che non esistevano. "Uno dei casi, che coinvolge una quattordicenne di Spring, racconta come la ragazza sia stata reclutata, istruita e venduta nel 2018 da un uomo che ha incontrato su Instagram", ha riferito lo Houston Chronicle. Il trafficante la picchiava e la vendeva per sesso commerciale per tre settimane. Annie McAdams, l’avvocato principale per i querelanti, ha detto che la decisione contro Facebook è senza precedenti: “I nostri clienti hanno combattuto per oltre due anni. Abbiamo ancora una lunga strada davanti a noi, ma siamo grati che la Corte Suprema del Texas permetterà a queste coraggiose sopravvissute di avere il loro processo in tribunale contro Facebook".
Un rapporto del 2020 dello Human Trafficking Institute, inoltre, ha scoperto che Facebook è il sito web più comunemente usato per il traffico di sesso. Vi si legge: "Nel 2020, il 59% del reclutamento online delle vittime nei casi di traffico sessuale attivo si è verificato su Facebook, rendendolo di gran lunga il sito web o l'app più frequentemente citato nelle fonti pubbliche collegate a questi procedimenti, il che era vero anche nel 2019. Sorprendentemente, nonostante la reputazione di Facebook come una piattaforma meno popolare tra gli adolescenti, essa è stata la piattaforma più comune per il reclutamento di vittime minorenni rispetto alle vittime adulte nei casi di traffico sessuale attivo del 2020. Infatti, il 65% delle vittime minorenni reclutate sui social media è stato reclutato attraverso Facebook rispetto ad appena il 36% degli adulti”.