12/04/2013

Facilitare i cambiamenti di genere (?)

“Caro tesoro di tutti gli dei / tu sei più antico dell’eternità, / della stessa età / della luce dell’aurora: / dai sogni dell’universo / sei arrivato nuovo / in un’onda di gioia a riempire / di gaudio il mio cuore.”
(Tagore, Nascita)

Ricapitolando.
Un bambino può essere (ancora) concepito da sua madre e da suo padre, oppure in un mix in laboratorio, tra un ovulo di sua madre e il seme di uno sconosciuto, o con il seme di suo padre e l’ovulo di una sconosciuta. Ed essere tenuto in grembo da una donna che è sua madre (quella, per capirci, che lo accudirà nella vita) ma anche di una «mamma-pancia»: puro contenitore che, una volta partorito, prende i soldi e – tanti saluti – va per la sua strada.
Che sia concepito con un atto d’amore è un optional, perché più che procrearli, i figli ora si fanno (nel senso proprio che si fabbricano), e infatti l’ovulo della madre può essere uno di quelli congelati un tot di anni prima, quando ancora non si sentiva pronta, non era momento, non desiderava vivere l’esperienza della maternità. Insomma: che il figlio è un dono, lo dici tu e lo dice Tagore, ma puoi star certa che a più di qualcuno scappa da ridere.
E infatti, come che sia stato concepito, un bambino può nascere ma anche no, se sua mamma non lo vuole (più). Niente che vada contro la legge, intendiamoci! Sua mamma può non volerlo perché il ginecologo le ha detto che non sarà «perfetto» e lei proprio non se la sente di avere un figlio imperfetto; ma, quando c’è, può non volerlo… perché di no. Perché non vuole un (altro) figlio, o perché non vuole quel figlio. Che ne so: magari ha deciso solo uno. O solo femmina/e. O solo maschi(o). L’autodeterminazione (delle mamme) è questa roba qui. E basta, una volta per tutte, anche con i sensi di colpa! Chiara Lalli docet: al massimo con l’aborto si ammazza qualcosa, mica qualcuno!

Dimenticavo. Un bambino può essere frutto di un incesto (madre più nonno, sorella-madre più zio, cugina-madre più padre… e via di aberrazione in aberrazione) e la legge consente che il padre incestuoso lo riconosca. Sì, anche qui in Italia.
Cresciuto/a, in Olanda (ma non solo) può essere oggetto di pedofilia. «Vittima» (in Olanda ma non solo) non si può più dire, perché la pedofilia non è più un reato.
Sempre lui, il bambino, quando sarà in grado di intendere potrà scoprire di essere, per l’appunto, figlio di un incesto, e vivere sotto lo stesso tetto di quelle belle (si fa per dire) combinazioni sopra ricordate: madre più nonno, sorella-madre più zio, cugina-madre più padre… e via di aberrazione in aberrazione. Ma anche di essere figlio di due gay o di due lesbiche; di essere stato, da loro, adottato, o frutto di fecondazione eterologa, con i mix e alla maniera sopra ricordata. Perché oggi ogni desiderio è un diritto ed è (o è destinato a diventare) legge. E perché in nome della salute psicologica di un adulto, chi mai è così crudele da impedirgli di «avere» un figlio?
Non certo per facilitargli la vita, gli diranno che ha due mamme o due papà. E che si arrangi, quando scoprirà che in natura quella opzione non esiste, perché la natura non segue le nostre mode politically correct e ogni essere umano è sempre frutto della combinazione «maschio più femmina».
La natura, del resto, non la guarda più nessuno, perché «noi siamo il prodotto della cultura» e allora avanti con le filippiche sulla liberazione dalla zavorra del medioevo-buio-e-oscurantista di quelli che ripetono che Dio «maschio e femmina li creò». Cosa inequivocabilmente c’è sotto le mutande oggi non conta più, ed anche se la lingua italiana (e la natura) prevedono solo due generi con rarissime eccezioni (in natura, non nella lingua italiana), nella società liquida anche il sesso può essere fluido. Tutti (anche gli adolescenti) hanno diritto di scegliersi il sesso che più gli confà, e di cambiarlo, anche. All’anagrafe e in sala operatoria.
Del resto, facilitare i cambiamenti di genere è – fresca di giornata – una delle priorità del M5S. E se lo dicono loro, che è una priorità, c’è da credergli.
Non voglio dilungarmi oltre, e chiedo venia per ciò che ho scordato. Alla data di oggi, è più o meno questo che sappiamo offrire alla generazione che verrà, e siccome la realtà supera la fantasia, non so prevedere con quale altra aberrazione (eu)genetica, giuridica e/o culturale già domani questa riflessione dovrà essere aggiornata.
Nella confusione del momento, una cosa è certa. Quando sento gli odierni maître à penser dire che sono impegnati per un mondo a misura dei bambini, non ci fosse da piangere, gli riderei in faccia.

di Luisella Saro

Blu Dental

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