11/03/2017

Famiglia distrutta, fallimento epocale

Il Tribunale dei Minori di Firenze ha riscritto a suo modo la storia del diritto di famiglia italiano, con la sentenza che legittima le adozioni omosessuali all’estero.

Ne abbiamo parlato anche con Mirko De Carli del Popolo della Famiglia.

È evidente come si tratti di un tentativo da parte dei magistrati di scavalcare il dibattito parlamentare, e dunque la democrazia. La politica italiana ormai da decenni sta andando a rimorchio del circo mediatico-giudiziario, senza più la capacità di essere autonoma e di riprendere un ruolo di guida, su tutto ciò che è di capitale importanza. Non è possibile lasciare a dei funzionari pubblici, che oltretutto nel caso dei Tribunali dei Minorenni sono anche particolarmente “superati”, dal punto di vista delle ragioni che decenni fa portarono all’istituzione di quell’ufficio, il compito di decidere per la vita di tutti su questioni così importanti.

Perché la decisione di Firenze è così scandalosa?

Su un piano etico i magistrati del tribunale dei minori, che oltretutto non sono nemmeno tutti togati, hanno cercato di imporre il loro pensiero riguardo ai rapporti tra genitori e figli all’intera nostra società. Ma così si stravolgono i principi più sacri della convivenza civile. La magistratura, come già avvenuto su altri temi connessi alla famiglia, come il divorzio e l’aborto, vuole imporre a tutti il principio per cui sarebbero i figli a essere in funzione dei genitori, e non viceversa, come vorrebbero la natura e l’etica universale.
Eppure esiste un principio che finora era rimasto indiscutibile nel mondo giuridico, e cioè che non spetta ai magistrati, ma al parlamento, stabilire ciò che è conforme all’ordine pubblico e al buon costume. Su un piano strettamente giuridico i magistrati hanno espropriato la sovranità popolare.

C’è qualcosa di più profondo dietro alla questione, al di là del problema politico e giudiziario?

La deriva omosessualista in corso è espressione di un egoismo profondo, che va molto al di là delle questioni bioetiche e del diritto di famiglia. Se si stabilisce che i figli sono di chi se li prende, e che non è possibile porre un limite al diritto di “procurarseli”, non salta per aria semplicemente il sistema delle adozioni, che dovrebbe invece essere incentrato sul l’interesse del minore. Quello che viene meno è tutto il principio della solidarietà intergenerazionale, sulla quale dovrebbe fondarsi l’intera società. Basta pensare a cosa ha portato negli ultimi cinquant’anni l’affermazione dell’aborto di stato e del divorzio.

C’è quindi un filo conduttore comune?

Certo, la logica perversa è sempre la stessa, ed è più ampia di quello che sembra. Come si può legittimare che venga sacrificato fino a questo punto l’interesse delle future generazioni, in nome dei desideri della generazione presente? Poi non ci si deve stupire se sta crollando anche lo stato sociale, se le pensioni rischiano di non venire presto più pagate, se i giovani di oggi sono oppressi dal debito pubblico e se l’immigrazione, unita al crollo demografico, sta mettendo in pericolo il volto futuro dell’Italia.

Si può dire che dal punto di vista politico ci sia stato un fallimento collettivo in questo senso?

Certo, un fallimento epocale. Si richiamano così le ragioni per le quali il Paese non poteva più aspettare la nascita di un soggetto politico nuovo e autonomo. Infatti i politici di derivazione cattolica, a prescindere dalla loro personale buona fede, su questi temi hanno fallito non soltanto perché non sono riusciti ad imporre un’agenda che ostacolasse le derive in atto, ma anche perché hanno lasciato che la mentalità nichilista ed egoista corrente pervadesse tutto il mondo istituzionale, rendendo impotente l’intera politica. Si tratta di un degrado che non riguarda soltanto i temi etici, come ripeto, ma anche tutto il modo d’essere della nostra democrazia e della nostra convivenza civile.

Massimiliano Fiorin



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