Famiglia, questa sconosciuta. Oramai, sempre più, sono molteplici le forme di unione, convivenza, solidarietà e chi più ne ha più ne metta, che vengono catalogate sotto la parola “famiglia”.
La realtà tuttavia è che di famiglia ce n’è una sola, quella che siamo costretti a definire “naturale” per evitare confusioni di sorta, e si compone di un uomo e una donna e degli eventuali figli.
Spiace che questo concetto così fondativo della nostra società sfugga anche alla simpatica Veronica Pivetti, bravissima nella sua parte in Provaci ancora prof, che a breve tornerà su Rai 1 con la settima edizione.
In questa fiction, ormai dal 2005, la Pivetti interpreta il ruolo di moglie, di mamma, di professoressa e di... detective. Il tutto in maniera talvolta opinabile sotto il profilo morale – per esempio, nell’ultima serie si separa dal marito -, ma comunque in un modo che coinvolge e appassiona lo spettatore, che rimane stregato dalla stravagante imperfezione e dal sorriso sempre stampato sul volto della professoressa Baudino.
In vista dell’inizio della nuova serie, previsto per l’autunno, la Pivetti ha rilasciato un’intervista al settimanale di gossip DiPiù, nella quale parla anche della sua vita privata. Ed è proprio qui che la prof è “caduta”, affermando che lei, la sua amica-compagna Giordana (con la quale dice di avere «un rapporto serio, sincero, profondo ed intenso») e i loro cani sono una “specie di famiglia”.
Al di là del fatto che si ventilasse da tempo che l’attrice non fosse eterosessuale, nonostante abbia alle spalle un matrimonio di quattro anni, dispiace che la prof d’italiano forse più amata d’Italia cada così grossolanamente sull’uso delle parole. La famiglia è una cosa, il fatto di vivere con un’altra persona e con degli animali è altro: la si chiami convivenza, la si chiami coabitazione, la si chiami condivisione, o comunità... ma non famiglia.
Lo sappiamo, attraverso il linguaggio si plasmano le menti e si trasforma, goccia a goccia, la società. Pensate a un bambino che, fin da piccolo, cresce sentendo dire che il vicino e i suoi cagnolini sono una famiglia: quale idea svilupperà di questo istituto? Come potrà coglierne l’importanza e decidere di investirci, per il bene dei singoli e della società?
I termini che usiamo non sono mai neutri, denotano e rimandano una precisa visione del mondo. Occorre dunque stare attenti e ponderare bene le singole parole che si utilizzano, soprattutto nei contesti pubblici.
Dunque, in attesa di rivederla sul piccolo schermo, ci viene da dire alla Pivetti: «Ri-provaci ancora prof!».
Teresa Moro
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