05/01/2016

Famiglia – Lo Stato favorisce le separazioni?

In un recente articolo abbiamo sottolineato come il piano di spesa del governo previsto nella Legge di Stabilità faccia troppo poco per la famiglia. Di certo anche poco è meglio di niente, ma l’insoddisfazione rimane.

Tuttavia vi è un altro punto del testo in questione che è passato sotto silenzio, ed è quello che riguarda lo stanziamento di fondi – per un totale di 750.000 euro nel biennio 2016/2017 – per aiutare i genitori separati con figli minori o con figli maggiorenni portatori di handicap grave a carico che non ricevono l’assegno dall’ex coniuge.

Ecco quanto si legge negli articoli 414 e 415 del testo approvato dalla Camera in data 20 dicembre 2015: “414. È istituito, in via sperimentale, nello stato di previsione del Ministero della giustizia, con una dotazione di 250.000 euro per l’anno 2016 e di 500.000 euro per l’anno 2017, il Fondo di solidarietà a tutela del coniuge in stato di bisogno.
415. A valere sulle risorse del Fondo di cui al comma 414, il coniuge in stato di bisogno che non è in grado di provvedere al mantenimento proprio e dei figli minori, oltre che dei figli maggiorenni portatori di handicap grave, conviventi, qualora non abbia ricevuto l’assegno determinato ai sensi dell’articolo 156 del codice civile per inadempienza del coniuge che vi era tenuto, può rivolgere istanza da depositare nella cancelleria del tribunale del luogo ove ha residenza, per l’anticipazione di una somma non superiore all’importo dell’assegno medesimo“.

Naturalmente non è nostra intenzione affermare che non sia giusto aiutare le persone che sono vittime di una separazione e i loro figli. Tuttavia leggendo questi articoli sorgono spontanee alcune domande:

  1. Perché non si è pensato a un sistema di tutela simile, con l’anticipo di soldi da parte dello Stato, per quei coniugi che decidono di avere un altro figlio, magari il quarto?
  2. Quale vantaggio ha lo Stato nel stanziare soldi in favore di una situazione che si presenta fin da subito sterile?
  3. Ha senso ed è vantaggioso tutelare delle persone solo ed esclusivamente in quanto portatrici dello status di “separate”?
  4. E’ possibile che non si sia stati capaci di trovare un altro modo per obbligare l’ex coniuge a dare il giusto sostentamento ai figli?

Lo ripetiamo a scanso di equivoci: non si tratta qui di non avere cura delle situazioni difficili legate a una separazione, magari subita. Tuttavia lo Stato dovrebbe fare maggiormente i conti rispetto ai vantaggi sociali che derivano dalle proprie manovre, altrimenti rischia – seppure in maniera indiretta – di andare a favorire situazioni che di per sé dovrebbero costituire un’eccezione e, nel contempo, di non essere equo nei confronti di quei coniugi che decidono – magari a fatica, ma animati da un profondo senso di responsabilità nei confronti dei figli – di rimanere insieme.

Teresa Moro

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