Abbiamo già parlato di come sia diventato difficile difendere la vita e la famiglia naturale in Germania (vedi qui).
Ebbene, di fronte alle intimidazioni e alle aggressioni che subiscono i militanti pro-life e pro-family, la risposta del potere giudiziario tedesco è sconcertante.
Secondo quanto riporta AgendaEurope, infatti, contraddicendo una sentenza che aveva emesso solo due anni fa, il tribunale di Berlino in buona sostanza ha avallato l’incitamento all’odio, alla violenza e all’omicidio. L’importante è che le vittime siano i difensori della famiglia e che il tutto venga fatto passare per “arte”.
Il Teatro Schaubühne di Berlino può quindi continuare a ospitare uno spettacolo in cui si incita esplicitamente all’odio e si chiede l’eliminazione fisica di militanti come Hedwig von Beverfoerde (leader del movimento pro-famiglia Demo für Alle), Gabriele Kuby e Birgit Kelle (saggiste che hanno scritto contro l’ideologia gender) e Beatrix von Storch (eurodeputata conservatrice).
È davvero incredibile constatare come i giudici di Berlino sembrino totalmente indifferenti al fatto che l’incitamento alla violenza promosso dalla pièce teatrale in questione abbia già prodotto conseguenze assai spiacevoli e preoccupanti: pochi giorni dopo la prima dello spettacolo, infatti, la macchina della signora von Storch e quella della signora von Beverfoerde sono state bruciate. Quest’ultima ha anche subito danni alla propria abitazione.
Inoltre, sono ormai pressoché quotidiane le minacce e gli attacchi contro il movimento politico della von Storch, Alternative für Deutschland (AfD). I proprietari di sale-riunioni e sale-conferenza vengono indotti a non ospitare eventi di AfD attraverso aggressioni ed intimidazioni. Il partito – che secondo i sondaggi si attesterebbe tra il 7 e il 10 per cento dei consensi – trova quindi grande difficoltà a organizzare incontri.
Ma a quanto pare, la magistratura, guidata dal Ministro federale della Giustizia Heiko Maas, politico socialista del SPD, non sembra preoccuparsi molto...
Vengono in mente i tempi del sovrano illuminista Federico II di Prussia. Di fronte all’abuso subito da un mugnaio, i giudici di Berlino fecero orecchie da mercante, come in questo caso, favorendo i profittatori. Intervenne però il Re, che restituì al poveraccio il maltolto, lo risarcì dei danni subiti e fece imprigionare gli imbroglioni e i loro fiancheggiatori. All’epoca c’era almeno un giudice a Berlino, ovvero il monarca (di qui il celebre detto). Oggi purtroppo manca anche questo.
Attualmente, il modo migliore per protestare contro la palese negazione di tutela giuridica ai leader pro-famiglia naturale è sostenere la loro azione politica.
Federico Catani