21/02/2015

“Famiglia” omoparentale, adozione, e giudici cinesi

La dottoressa Simona Muzzo, avvocato specializzato in diritto di famiglia, su Libertà e Persona, ha pubblicato un interessante articolo che spiega – dal punto di vista legale –  la forzatura praticata dai giudici che hanno consentito l’adozione del figliastro (stepchild adoption) a chi viva in coppia con persona dello stesso sesso.

Anche se gli omosessuali si possono “sposare” all’estero, in Italia quel matrimonio è nullo. La pratica della stepchild adoption VIOLA la legge sulle adozioni. 

I giudici giustificano questa palese violazione di legge e il palese eccesso di potere “nell’interesse del minore”.

Sanno benissimo, i giudici, che in Italia, dall’800, si è andato faticosamente affermando lo “stato di diritto”. A parte la parentesi del fascismo, siamo giunti a una sostanziale separazione dei poteri che è premessa necessaria e basilare per un’autentica democrazia: solo poteri (legislativo, esecutivo e giudiziario) ben separati, garantiscono indipendenza tra gli stessi, reciproco controllo, e rispetto della volontà popolare.

Quindi la Costituzione dice che i giudici sono indipendenti, ma “soggetti alla legge”: e la legge la fa il Parlamento, eletto dal popolo, e dal canto suo il Parlamento non si sogna di amministrare la giustizia nei casi concreti.

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Già i Sindaci (titolari del potere esecutivo) si permettono di violare la legge, con la trascrizione dei matrimoni omosessuali contratti all’estero. E abbiamo già detto che si tratta di atti dittatoriali (pensate cosa accadrebbe se un Ministro o un Presidente del Consiglio si permettesse di dire che lui quella legge lì non la applica... il Sindaco Marino, invece, lui può).

Dunque i giudici che si permettono di “fare e disfare”  la legge, applicandola solo quando gli aggrada, sono, normalmente, i giudici cinesi.

Non mi si venga a parlare del diritto inglese (dove le sentenze possono avere forza di legge) perché il sistema è completamente diverso e parte da presupposti totalmente altri.

Detto questo, si legga l’articolo della Muzzo, che spiega bene le forzature e le motivazioni addotte dai tribunali “creativi” (specialmente dal giudice Spadaro di Bologna).

Loro mettono innanzi l’interesse del minore. Da che lo desumono?

La scienza  dimostra a tutt’oggi che non è affatto interesse del minore essere privato della madre o del padre. Le testimonianze dei figli cresciuti con due gay o due lesbiche (all’estero) confermano che avere due mamme e due papà può essere addirittura una tragedia.

Francesca Romana Poleggi

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