In Romania, per impedire l’introduzione del “matrimonio” gay, diversi gruppi pro-life e pro-family hanno avviato un’imponente raccolta firme per mettere nero su bianco, in Costituzione, che la famiglia è solo una, quella che nasce dal matrimonio tra un uomo e una donna. Ne abbiamo già fatto menzione.
Questo è il segno di un vitalità che fa davvero sperare per il futuro. D’altra parte, la maggior parte dei Paesi del mondo resta ancorata alla ragione e al buon senso, continuando a credere fermamente nella realtà delle cose. Nonostante la martellante e pervasiva propaganda delle lobby Lgbt.
Per saperne di più sulla situazione della Romania, abbiamo contattato Bogdan Stanciu, presidente di ProVita Bucarest, nonché membro della Commissione che si occupa di coordinare l’iniziativa di cittadini volta a proteggere la famiglia nella Costituzione rumena.
Qual è l’obiettivo ultimo della vostra attuale petizione?
Il nostro obiettivo principale è quello di includere nella nostra Costituzione la definizione di matrimonio come unione per tutta la vita di un uomo e di una donna. Il nostro obiettivo strategico è quello di evitare qualsiasi tipo di futura ridefinizione del concetto di famiglia da parte dei nostri parlamentari spinti dalle lobby LGBT e dai poteri finanziari internazionali e/o dalla CEDU.
Quante firme avete raccolto e quante pensate di raccoglierne ancora?
Sino a martedì scorso, stavamo a circa 800.000 firme. In realtà il numero è maggiore, perché in diverse contee abbiamo iniziato più tardi e le firme non sono ancora state conteggiate. In ogni caso, anche se inizialmente il nostro obiettivo era raggiungere il milione, si arriverà ad un numero più grande. La legge richiede solo 500.000 firme come minimo, raccolte in almeno 22 contee. Attualmente stiamo raccogliendo in tutte le 42 contee.
Qual è la posizione della Chiesa ortodossa rumena e dei principali partiti politici in merito alla petizione?
La Chiesa Ortodossa Rumena, la Chiesa Cattolica e le altre Chiese hanno sostenuto la campagna in maniera forte e decisa. La prima fase della raccolta delle firme si è svolta in parrocchie, chiese e oratori. Per quanto riguarda i principali partiti politici, non vi è stato ancora alcun commento ufficiale. Quello della famiglia non è mai stato un problema, fino ad oggi, in Romania. Ma i politici dovranno votare sul progetto di legge e così aspettiamo che prendano posizione, in un modo o nell’altro.
Che cosa vi aspettate che accada dopo aver presentato la petizione alle autorità?
Una volta che la raccolta firme sia terminata, le autorità amministrative dovranno convalidarla. Successivamente, la Corte Costituzionale riferirà al Parlamento in merito alla costituzionalità del progetto di legge e finalmente il Parlamento potrà votarlo. Sfortunatamente, per andare al referendum, abbiamo bisogno dell’approvazione parlamentare (il che non è affatto normale!).
Ci auguriamo che l’esempio della Romania sia di stimolo anche per l’Italia.
Redazione