09/10/2014

Famiglia: qualcosa in più rispetto a una coppia di innamorati

Già da tempo si concepisce la famiglia “mononucleare”: cioè viene riconosciuta la dignità di famiglia alle persone che vivono sole. Oggi si vuole estendere il concetto di famiglia a tutte le forme di convivenza in cui ci sia “amore”: per ora, qui in Italia,  si batte sulle coppie omosessuali, ma  in altri paesi già si parla di famiglie composte da gruppi, e qualcuno pretende di far famiglia con i propri animali domestici.

E’ più che mai urgente riscoprire l’essenza di ciò che è “famiglia”, ridare al termine il suo vero significato. Nell’augurarci che anche i Padri sinodali ci illuminino in tal senso, leggiamo – intanto – le belle riflessioni che ci propone Salvatore Abbruzzese, su Il Sussidiario.

In particolare ci invita a riflettere sulla differenza che c’è tra una famiglia e una coppia.

La società individualista, concependo sempre e solo l’individuo, non riesce a vedere la famiglia, né sa realmente rappresentarne l’universo impalpabile e segreto che la caratterizza. Al posto di questo c’è la relazione di coppia: cioè la serie di scelte volontarie e di emozioni condivise che attraversano e caratterizzano la vita di due persone, persone che sono e restano due individualità... La coppia si considera come realtà sovrana, che non ha nulla al di sopra di sé, non può che opporsi fortemente quando le si afferma che è soggetta a vincoli, che è “trascesa” da qualcosa che la supera.

La famiglia infatti, proprio come luogo in cui si fa esperienza di un tale superamento, non è una semplice “coppia”, ma la sovrasta e la trascende. .. per la intrinseca volontà esplicita di edificare, costruire e generare”.

Insomma, la famiglia è “di più ” della coppia perché “non vuole limitarsi alla convivenza, alla relazione di mutuo sostegno, ma detiene un progetto fondativo che la sovrasta e, per certi versi, la “travolge”. 

I figli (naturali o adottati), quindi,  sono il segno di questa volontà di costruire, che trasforma la coppia in famiglia, cioè in una “dimensione più ampia – aggiungerei : veramente unitaria dove il bene dei propri figli diventa l’obiettivo principale, la ragione prima di ogni scelta”.
“Una tale volontà generativa, una simile tensione fondativa, un simile desiderio di edificare, generando vita ed amando la vita che si è generata, non è affatto realmente transitato nella cultura odierna”.

Il compito generativo della famiglia è ormai ridotto , annichilito, a pura volontà personale: per questo sta passando la mentalità che i figli si possono comprare al supermercato della provetta e degli uteri in affitto.

Francesca Romana Poleggi

 

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