Se nel mondo vi sono persone (poche) che si riconoscono tra le fila dei NoKids, ossia tra coloro che non vogliono avere figli, vi sono tanti uomini e donne che i bambini li desiderano. Perché un figlio arricchisce i genitori, la famiglia e tutta la società. È un dono prezioso e non scontato, che esula dalle logiche egoistiche ed edonistiche, del quale bisogna prendersi cura con dedizione e sacrificio.
Per raccontare la bellezza dell’essere famiglia e la gioia della vita, abbiamo raccolto per voi – cari Lettori di ProVita – la testimonianza di un padre di una famiglia extralarge che risiede nel nord Italia e che da poco si è arricchita di un nuovo fagottino...
Caro D., partiamo delineando il quadro della situazione. Da quanti anni siete sposati te e tua moglie e quanti piedi (più o meno grandi) si possono contare sotto la vostra tavola, ogni sera, a cena?
Innanzitutto ringrazio per l’opportunità di raccontare le meraviglie di una famiglia, per di più numerosa. Io e mia moglie P. ci siamo sposati in chiesa 18 anni fa. Abbiamo avuto sei figli: F. che ha 18 anni, M. 14, N. 13, L. 9, R. 1 e infine, 15 giorni fa, è arrivata E. Insomma a cena, sotto al tavolo, possiamo contare 12 piedini, 16 contando anche i nostri.
Nella società di oggi avere sei figli è quasi un record. Averli poi di età così simile è pressoché un’impresa eroica. Quali commenti vi sentite rivolgere quando vi muovete con tutta la famiglia o quando dichiari di avere sei figli?
I commenti si sprecano: si va da quelli di stampo sportivo, come se volessimo formare una squadra di calcio, a quelli che riguardano la probabile assenza di un televisore in casa. Quello che mi colpisce di più è la domanda che più o meno mi fanno tutti: «Ma ora ti fermi, vero?». La risposta che mi sento di dare è che non so se mi fermerò dal fare la volontà di Dio, a dire la verità non sono nemmeno tanto sicuro di aver mai iniziato.
I figli, oltre che generati e nutriti, vanno anche educati. E, oggigiorno, salvaguardati da ideologie pericolose quale quella – per esempio – del gender. Quale scelta fate come famiglia, al fine di poter seguire al meglio i vostri figli?
Le scelte educative sono molte e praticamente quotidiane. Abbiamo deciso assieme di dedicare più tempo possibile ai figli così P. lavora come casalinga e mamma a tempo pieno. Cerchiamo di partecipare a tutti i consigli di classe e alle udienze degli insegnanti. Oltre all’impegno politico, poi, sono stato eletto come Presidente del Comitato Genitori di una delle scuole più popolose della nostra città così, oltre a sorvegliare attivamente sui miei figli, cerco di fare un servizio per tutti i ragazzi della scuola. Cerchiamo inoltre di tenerci costantemente aggiornati su tutto ciò che riguarda il mondo educativo e l’intromissione delle teorie di genere.
I figli sono un impegno anche sotto il profilo organizzativo. Avete degli aiuti in tal senso?
Ci avvaliamo del prezioso e insostituibile aiuto dei nonni, di una fidatissima baby-sitter e delle mie sorelle. La mia famiglia d’origine è molto numerosa, siamo 9 fratelli, e le più piccole anno pochi anni di differenza dai miei figli.
Aiutaci ora a sfatare una delle obiezioni più comuni al fatto di mettere al mondo un figlio: quella economica. Tu sei per caso un manager multimiliardario? O forse i figli costano, ma in qualche modo si riesce ad arrivare alla fine del mese?
Non sono assolutamente il nuovo Briatore del nord. Lavoro come impiegato e il mio è uno stipendio assolutamente modesto. Nonostante questo, cercando le offerte nei supermercati, acquistando il vestiario alle svendite e cercando di evitare il superfluo non ci è mai mancato nulla, anzi! La Provvidenza è una presenza costante nella nostra famiglia e riusciamo anche ad andare in vacanza.
Un’ultima curiosità: come reagiscono i figli più grandi quando dite loro che la famiglia si allarga?
Quando abbiamo annunciato l’arrivo di E. c’è stata una grande festa in famiglia: sinceramente non mi aspettavo tanto entusiasmo. Eravamo un po’ preoccupati per lo spazio in casa e i più grandi sono stati i primi a cercare delle soluzioni per sistemare tutti nelle loro camere. Poco tempo dopo però è arrivata la notizia che ci trasferiremo in una nuova casa, molto più spaziosa e più bella di quella in cui viviamo ora. R., che ha solo un anno, al momento è molto dolce con la piccolina: speriamo continui così, anche se realisticamente nutro qualche dubbio.
Grazie mille per la vostra testimonianza quotidiana e buon proseguimento!
Teresa Moro
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contro l’inerzia delle autorità di fronte alla mercificazione delle donne e dei bambini