27/04/2016

Famiglia SI’, unioni civili NO. Tre milioni di firme in Romania

In Romania si è conclusa in questi giorni la campagna di raccolta firme finalizzata a sostenere l’iniziativa legislativa dei cittadini per la protezione della famiglia nella Costituzione.

Il disegno di legge prevede la modifica dell’articolo 48 (1) della Costituzione romena, sostituendo il termine ‘coniugi’ con l’espressione ‘l’uomo e la donna’: “La famiglia (1) – La famiglia è fondata sul libero consenso espresso nel matrimonio tra un uomo e una donna, sulla loro piena parità, così come su il diritto e il dovere dei genitori di assicurare l’educazione, l’istruzione e la cura dei loro figli”.

Tale formulazione sarebbe praticamente identica a quella del nuovo Codice civile, che è entrato in vigore nel 2010.

Attualmente il diritto rumeno già prevede solo il matrimonio eterosessuale. Non sono ammesse ‘unioni civili’ né sono riconosciute quelle contratte fuori della Romania.

Ci sono stati due tentativi di legalizzare le ‘unioni civili’, ma hanno ottenuto solo una decina di voti ( su quasi 600 deputati).

Questi tentativi, però, insieme con l’istituzione delle “unioni civili” in Grecia, hanno indotto il movimento pro-famiglia ad agire per ottenere la protezione costituzionale della famiglia.

Anche il caso Bodnariu in Norvegia e altri casi simili in cui lo Stato prevarica i diritti dei genitori hanno suscitato preoccupazioni; così, la nuova formulazione dell’art. 48 (1) della Costituzione ha anche lo scopo di rafforzare e riaffermare il diritto dei genitori all’educazione dei figli.

In poco più della metà del termine legale, la Coalizione per la Famiglia, è riuscita a raccogliere, con l’aiuto di oltre 70.000 volontari in tutto il paese, circa  3 milioni di firme in tutte le 42 contee del paese. Il Comitato è composto da 16 persone: 11 uomini e 5 donne; 12 cristiani ortodossi, 2 cattolici, 2 protestanti. La Chiesa ortodossa (che rappresenta la maggioranza in Romania, con oltre il 86% dei fedeli) ha sostenuto attivamente la campagna e ha avuto un ruolo importante nel successo della raccolta firme, che però è avvenuta anche in contesti laici. L’iniziativa, infatti, non è stata religiosa né guidata o diretta da alcun personaggio ecclesiastico.

In ogni circostanza i valori della famiglia sono stati ribaditi da messaggi positivi, senza alcun attacco alla comunità LGBT.

Durante i primi mesi, i media, quasi del tutto ostili, hanno tentato di mettere in ridicolo l’iniziativa, ma nel complesso, non sono riusciti a influire negativamente sulla campagna. Visto il successo della stessa, ora i media, in proposito, si sono chiusi in un silenzio assordante.

A metà maggio le firme raccolte saranno presentate ufficialmente al vaglio della Corte costituzionale. La revisione della Costituzione potrà avvenire solo dopo un referendum nazionale, valido se andranno a votare almeno il 30% degli aventi diritto, a meno che il Parlamento approvi il disegno di legge con  una maggioranza dei 2/3.

Questa è la più grande azione civica nella storia della Romania post-1989.

Bogdan Stanciu


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