Eravamo in tanti un anno fa al family day del Circo Massimo.
E in un anno siamo diventati ancora di più.
Federico Cenci, su In Terris, ha scritto un bel pezzo che riassume quest’anno di buone battaglie a favore della vita e della famiglia.
«In tempi in cui si avverte l’assenza di una vivacità sociale, mortificata dal consumismo individualista e da un diffuso sentimento d’antipolitica da salotto o da social network, il Family Day ha rappresentato dunque un unicum in Italia. Sempre di meno i giovani che frequentano le sezioni politiche e che riempiono le piazze... Dinanzi a questa desolante realtà, l’adesione entusiastica e numerosa al Family Day è un elemento che fa riflettere. Esso indica la presenza, nel Paese, di una larga fetta di cittadini (in gran parte giovani aperti alla prole) disposti ad intervenire sulla scena pubblica per difendere la famiglia, quel baluardo comunitario che ancora la società liquida non è riuscita ad inghiottire».
Ricorda come per superare il dissenso intorno al tema delle unioni civili, il Governo – dopo aver tentato “canguri” e “super canguri” ricorse al ricatto della questione di fiducia: perse la faccia. E fu costretto a perderla perché con i sistemi democratici non ne sarebbero mai venuti a capo.
Intanto i Tribunali stanno facendo passare la stepchild adoption a colpi di sentenze. E già premono, i giudici, affinché si legalizzino le adozioni gay.
«Pertanto la battaglia sul fronte della difesa della famiglia quale unione di un uomo e di una donna, non si è esaurita con l’exploit del Family Day. E lo dimostra l’attivismo mai sopito di quello stuolo di animatori dell’evento al Circo Massimo», conto la colonizzazione ideologica del gender, tra i quali ProVita è certamente in prima linea.
«Diverse anime ma una sola battaglia». Conclude Cenci. Perché nonostante i dissapori che di tanto in tanto alzano un po’ i toni all’interno del dibattito tra i pro family e i pro life italiani, il Comitato Difendiamo i Nostri Figli, il Popolo della Famiglia, e tutte le associazioni connesse e collegate rappresentano una porzione sempre più grande del popolo italiano: persone pacifiche e tranquille, maggioranza silenziosa, che però acquisisce sempre più consapevolezza nei confronti dei tentativi di propaganda e di lavaggio del cervello funzionali alla diffusione della cultura della morte. Siamo sempre di più e sempre più coscienti che la buona battaglia per la vita e per la famiglia non è finita. E sanno bene i “novelli colonizzatori” – come li chiama Cenci – con il popolo che ha gremito i family day (più tutti quelli che l’hanno appoggiato da casa) non hanno vita facile.
Redazione